2 Maggio 1956

Un brusco risveglio

Otto viene manipolato da Jacques con Incanto, divenendone schiavo per l’intero mese, ma è solo dopo l’incontro col Toreador che iniziano i veri guai: il sangue che Otto ha in corpo inizia a scarseggiare e il malkavian, percependo la presenza di Lexie Choen e Thomas Winchester (i genitori di Alice) cede al proprio lato più ferale.

Alice e Jacques tentano di fermare la frenesia di Otto, ma quest’ultimo riesce a divincolarsi da loro senza troppe difficoltà, avventandosi sulla povera Lexie sbranandola e prosciugandola di ogni goccia di sangue: terrorizzato, Thomas tenta di fuggire e chiamare la polizia.

Alice è fuori di se e tenta di attaccare Otto che, ripreso il controllo delle proprie facoltà mentali (almeno per quanto possibile) riesce a placarne la furia facendo appello a Demenza.

Sconvolta e terribilmente provata, ma incapace di provare qualsiasi forma d’ira per la notte, Alice fugge assieme a suo padre dirigendosi verso Los Angeles.

Nel frattempo Robert riesce a nutrirsi di una piccola volpe, garantendosi un leggero sostentamento per tornare a San Francisco: giunto nell’area settentrionale della città, il gangrel decide di proseguire con l’autostop, tentando di nutrirsi del suo benefattore tramortendolo…non controllando la propria forza sovrannaturale, tuttavia, finisce per decapitare la malcapitata vittima con un colpo: il conseguente tripudio di sangue attira l’attenzione di un passante che urla invocando l’aiuto della polizia, ma Robert riesce a tramortirlo fuggendo verso la costa in modo da far perdere le sue tracce.

Paul, più calmo rispetto alla sera precedente, si congeda da Zeno e Maya raccomandandosi per il fratello Peter, quindi raggiunge il Russ Bulding, dove attende invano l’arrivo degli altri: spazientito, decide di entrare nell’Elysium dove ha una breve conversazione con Nikolai.


Rothstein

Maya e Zeno giungono al Verdi Club e, mentre la ragazza perlustra l’esterno del locale, ritrovano in un garage a pochi isolati la berlina nera con cui Peter si era allontanato la notte precedente: esaminandola, Maya trova un biglietto da visita:

A detta di Zeno, Rothstein è il nome di un vampiro attivo nell’area di Las Vegas, tanto potente da risultare indipendente dalla Camarilla.

Jacques decide di sistemare il caos di Villa Winchester in modo drastico: manipola alcuni domestici provocando una fuga di gas.

Jacques e Otto quindi si dirigono verso il Russ Bulding, lasciandosi alle spalle la colossale esplosione della Villa.

Robert, Otto e Paul riescono finalmente ad incontrarsi al Russ Bulding e fanno il punto sulla situazione, mentre Jacques li lascia soli entrando nell’Elysium.


Verso Alcatraz

Otto spiega a Robert e Paul che Alice in realtà è una traditrice pericolosa: il suo discorso sembra avere una certa presa sul gangrel, mentre Paul resta dubbioso e decide di discuterne con Jacques, mettendo comunque in guardia l’amico in merito al Malkavian.

Otto porta Robert da un ente umanitario di sua conoscenza per trovare dei vestiti di ricambio, quindi i due si dirigono verso Alcatraz, restando tuttavia bloccati al traghetto di Fisherman’s Wharf con una guardia che non sembra minimamente intenzionata a farli passare e che anzi, chiama i rinforzi:

Dopo vari tentativi “diplomatici” falliti miseramente (sommati ad un forte appello di Robert al proprio autocontrollo per non cedere alle provocazioni dei poliziotti) Otto propone al compagno di provare un’altra strada, suggerendo di telefonare ad Amelia, nonostante non conosca alcun numero di telefono associabile alla vampira (o se quest’ultima possegga un apparecchio telefonico, in effetti)

I due entrano in un bar per effettuare la chiamata e, facendo appello al terzo di potere di Demenza, Otto sfrutta Occhi del Caos e ha un breve scorcio della rete Malkavian:

Partendo dallo sguardo del barista, viene catapultato mentalmente nella sua Varsavia, in Polonia, dove può ascoltare distintamente i rintocchi del campanile della Cattedrale dello Spirito Santo: per qualche assurdo motivo, sempre nel medesimo stato di trance, compone il numero di telefono basandosi su quello dei rintocchi.

Dall’altro capo del ricevitore risponde una fredda voce maschile, che al nome di Amelia e del Principe si dimostra immediatamente collaborativa.

Dopo la strana telefonata, Otto e Robert riescono finalmente ad imbarcarsi verso la prigione senza ulteriori problemi.

Una volta sbarcati sull’isola, vengono accolti da Paul Madigan, l’uomo che ha parlato al telefono con Otto, e che quest’ultimo riconosce immediatamente come direttore del famoso carcere.

Condotti nel suo ufficio, i due vampiri mostrano reazioni opposte nei confronti di Madigan: mentre Otto lo trova immediatamente un interlocutore affidabile, Robert appare palesemente irritato dal mancato incontro con Amelia, manifestando sospetti che mettono decisamente alla prova la pazienza del direttore.

Grazie all’intercessione di Otto, tuttavia, i due riescono a guadagnarsi un incontro con la Nosferatu: Madigan li conduce nelle zone inferiori del penitenziario, attraversandone le fogne in modo da giungere ad una porta nascosta

Lasciati soli da Madigan, i due analizzano l’ingresso: mentre Otto percepisce semplicemente qualcosa di “strano”, Robert cede inspiegabilmente al panico e scappa via urlando

Dopo aver cercato inutilmente di rincorrere il compagno, Otto si fa coraggio e apre la porta…che conduce ad una cella completamente vuota.

Raggiunto poco dopo da Robert, faticosamente rinsavito, Otto medita sul da farsi quando l’orribile figura di Amelia si palesa dal nulla:

La Nosferatu si dimostra tanto mostruosa quanto affabile, e rivela ai due la sua idea riguardo la morte di Benedict:

Tutto lascerebbe intendere una riapertura delle ostilità tra Anarchici e Camarilla e, parlando di chi potrebbe ottenere vantaggi da una nuova guerra nella setta, Amelia menziona la Brujah Miren Cosgrave e Nash, leader del branco Gangrel dei Moon Creek (un soggetto che Robert ha conosciuto fin troppo bene).

Amelia, assecondando l’esplicita richiesta di Robert, rivela di non conoscere la posizione attuale di Naira, ma che le ultime notizie riguardo la sire del gangrel risalgono a Los Angeles.

La scoperta di Maya

Maya e Zeno decidono di separarsi, in modo da ricavare maggiori indizi nella zona.

La ragazza, dietro suggerimento di Zeno, concentra le proprie ricerche sulla Chiesa Cristiana di Gesù Cristo e si reca nel Verdi club in modo da consultare Joe a riguardo.

Non scorgendo il proprietario, Maya segue non vista uno dei buttafuori verso la zona off-limits del locale e, sentendo delle voci provenire da uno dei camerini, s’infila nell’ufficio di Joe per origliare:

Riesce a distinguere la voce dello stesso Joe, palesemente alterata dall’ira, sentendogli pronunciare più di una volta le parole “Chicago, Las Vegas e Mark Bolin”.

Maya approfitta della situazione per dare un’occhiata all’ufficio di Joe: nota in particolare un tomo piuttosto logoro nella piccola libreria del gestore e, spostandolo, attiva un meccanismo che rivela una piccola botola nel pavimento.

Entrandoci, la pressione di un piccolo interruttore provoca la chiusura della botola, mentre dinnanzi una serie di lampade illuminano un lungo corridoio molto stretto, che la ragazza comincia a percorrere.

Dopo qualche metro camminando, Maya sente distintamente il rumore di alcuni passi: si ferma ed estrae il suo coltello ma, riprendendo a muoversi, non sente più niente.

Avanzando il corridoio si fa progressivamente più buio: ormai del tutto incapace di vedere, Maya all’improvviso cade nel vuoto, trafiggendosi all’altezza della guancia sinistra col coltello durante lo schianto.

Ripresasi, si ritrova nel buio più totale atterrando in una zona umida, cosparsa di muschio e terriccio, udendo distintamente lo sgorgare di un flusso d’acqua maleodorante. Sfruttandolo per orientarsi, decide di seguirne la provenienza.

Arrivata alla fonte del ruscello, la ragazza scopre una tubatura e, seguendo il muro orientandosi tramite il senso del tatto, si accorge di una porta: aprendola, nota finalmente una flebile luce che illumina solo un tavolo e due sedie.

appena muove un passo all’interno della stanza, le sembra di scorgere una figura: ma nel giro di un battito di ciglia quest’ultima svanisce.

Tuttavia Maya avverte una presenza alle sue spalle; voltandosi non scorge nessuno ma la porta che aveva lasciato aperta, ora è sbarrata.

Spaventata a morte, Maya corre subito a sfondarla sfruttando per la prima volta la sua forza sovrannaturale, lanciandola nella stanza in modo da individuare qualcuno all’interno.

Decisa a scoprire qualcosa, ricomincia a costeggiare la parete ai lati dell’ingresso aiutandosi nuovamente col tatto, fino a quando non percepisce qualcosa di ruvido, viscido: capisce trattarsi di una lingua.

Facendosi coraggio tenta d’individuare altro e, attraversando col braccio quelle che sembrano delle viscere, riesce finalmente a raggiungere un interrutore: premendolo tutta la stanza finalmente s’illumina.

Non sembra esserci nessuno, e Maya nota immediatamente delle scale che sembrano condurre verso la superficie.

Sulla parete a cui era appoggiata scopre un gigantesco pentacolo rovesciato, circondato da svariati organi umani sfracellati contro il muro stesso.

Grazie alla propria esperienza in campo medico Maya comprende immediatamente che si tratta dei resti di due persone. Inorridita, si allontana lentamente dirigendosi verso il tavolo, dove trova incisi altri simboli, che ricalca con carta e matita.

Continuando ad avere l’impressione di non essere sola, con un filo di voce infine sussurra al vuoto uno stentato “c’è qualcuno?”.

Il crollo di Alice

Alice guida a tutta velocità per le strade di San Francisco, ignorando i discorsi sconnessi di suo padre Thomas, evidentemente ancora in prenda al panico.

Dopo circa tre ore di viaggio, Alice si ferma in un motel alle porte della città di Fresno.

Spazientita dalle assillanti domande di suo padre, incapace di provare ira a causa di Demenza e disperata per gli avvenimenti recenti, Alice scoppia in lacrime…lacrime di sangue, come quelle di ogni vampiro.

Il dottor Thomas è evidentemente più sconvolto che mai, ma per sua fortuna Alice riesce a calmarlo tramite Ascendente.

Dopo un breve battibecco con la concierge dell’albergo, Alice scopre di trovarsi di fronte ad un’altra vampira: Miren Cosgrave, sedicente luogotenente di Fresno ai diretti ordini del Principe Vannevar.

Rinchiusa malamente da quest’ultima in una stanza, e avendo scoperto dalla stessa dell’esplosione della sua Villa, Alice tenta rassegnata di ripulirsi il viso dalle tracce di sangue…scoprendo con sgomento che il volto riflesso nello specchio del bagno della camera non è il suo, ma quello della defunta madre

Terrorizzata, insultata dallo spettro della genitrice reclamante vendetta e ormai allo stremo delle proprie facoltà mentali, Alice sfonda il lavabo crolla e subisce un’alienazione mentale: Voci, liberandosi al contempo dall’effetto sedante di Demenza.

Il baccano attira Miren, che tenta di colpire la toreador impazzita: quest’ultima viene ferita solo di striscio, riuscendo all’ultimo istante ad evitare il tremendo pugno della nemica.

Evidentemente impensierita ed allarmata dallo stato di Alice, Miren decide di riportare la situazione sul piano diplomatico, offrendosi di scortare il Dottor Thomas Winchester a Los Angeles, chiedendo in cambio il ritorno della toreador a San Francisco.

Alice decide di assecondarla e, nonostante le voci di sua madre le confondano le idee, riparte alla volta della Golden City.

Verso le 4 del mattino, sosta in un piccolo Motel nella cittadina di Modesto in modo da sopravvivere all’alba incombente, garantendosi una stanza sfruttando Ascendente.

Poco prima di coricarsi, Alice telefona al ex-fidanzato Luke (un capitano della polizia di San Francisco) sfogandosi delle proprie disgrazie e concordando un incontro con lui l’indomani a mezzanotte, in un piccolo albergo vicino a Palo Alto.

L’indagine di Paul

Paul è nell’Elysium: nota Nikolai alle prese con una telefonata, ed instaura una breve chiaccherata con Jacques.

il toreador appare leggermente stressato, ma risponde normalmente alle domande di Paul, tranquillizzandolo riguardo il comportamento di Otto di poco prima e indicando le ragioni delle sue parole contro Alice motivate dalla caratteristica follia presente nel sangue malkavian.

Vagamente rassicurato, Paul sale in sella alla sua moto e parte alla volta di North Beach, dove nota immediatamente la gigantesca nave che funge da sede per il Vampire Club.

Nonostante il suo look risulti decisamente fuori posto per lo standard del locale, i buttafuori lo fanno entrare senza fare storie o risultare particolarmente stupiti.

Paul riesce ad ottenere dal barista alcune informazioni riguardo l’aspetto di Sebastian Melmoth, e finisce per intavolare suo malgrado una conversazione alquanto surreale con uno degli ospiti più facoltosi e in vista del club, fino a quando lo stesso Melmoth decide di palesarsi ed incontrarlo.

Melmoth si dimostra piuttosto prodigo di risposte e decisamente “interessato” al giovane Brujah, che riesce comunque a declinare le avanche dell’Arpia evitando di offenderla.

Da Sebastian, Paul apprende che i due precedenti principi di San Francisco appartenevano entrambi al clan Tremere, e l’amicizia tra Benedict e Vannevar, l’attuale Principe Ventrue, non dev’essere mai andata giù alle loro alte sfere.

Sempre a detta di Sebastian, Benedict svolgeva un ruolo cruciale anche nei rapporti coi cataiani, meglio noti come Kuei-Jin: vampiri dell’estremo oriente vantanti una rilevante influenza nella Chinatown di San Francisco.

Per ultimo, i rapporti tra il primogeno Tremere con la controversa figura di Delfonso (che sembrerebbe essere stato il primo Principe della città, prima di abdicare molti anni prima) potrebbero averne parimenti compromesso la posizione.

Ottenute le informazioni, Paul decide di recarsi al Verdi Club nella speranza d’incontrare il fratello Peter

Verdi Club

Giunto sul posto, Paul lo trova stranamente deserto: nessuno al parcheggio, nessuna musica proveniente dal locale.

Il brujah decide comunque di vederci chiaro ed entra: il club è deserto, le luci quasi interamente spente, e nota solo tre figure presenti sedute ad un tavolo.

Da un lato riconosce il suo sire Zeno, dall’altro una bella ragazza afroamericana seduta al fianco di un uomo ben vestito con una benda sull’occhio.

È quest’ultimo che invita il nuovo arrivato ad accomodarsi, spronando il proprietario Joe Masseria (defilato e in ombra rispetto agli altri) a recuperare un’altra sedia per Paul.

Il guercio ha modi affabili e risulta vagamente sorpreso di non essere stato immediatamente riconosciuto dal nuovo arrivato, presentandosi a lui con il nomignolo Bugsy.

Paul dal canto suo intuisce immediatamente il clima teso e interpreta i segnali di Zeno come un chiaro monito d’avvertimento, e taglia corto la conversazione: Bugsy e la ragazza (che l’uomo chiama Jenna) si allontanano senza troppi drammi.

Una volta soli con Joe Masseria, Zeno spiega brevemente a Paul della scomparsa di Maya e la pessima situazione in cui Peter sembra essersi cacciato:

Credo lavori per i Fratelli di Chicago, e che il suo compito fosse fare da scorta Mark Bolin, un imprenditore che avrebbe dovuto incontrare il superiore di Bugsy diverse sere fa. Sfortunatamente io so che Bolin è venuto a mancare per via di un “problema” durante l’abbraccio di Maya, e temo che questo abbia messo Peter in grossi guai.

Entrambi quindi cercano senza successo di trovare Maya, evidentemente dispersa, riuscendo se non altro a scoprire il passaggio segreto dove la ragazza si è andata ad infilare.

Maya e “Tequila” Bathurst

Maya è per l’appunto ancora nella misteriosa “stanza degli orrori”, svariati metri sotto terra e decisamente lontana dal Verdi Club.

Vagamente disperata ma al tempo stesso sufficientemente decisa da mantenere la calma, la ragazza tenta di risalire il tombino seguendo l’unica strada “sicura” che sembra avere di fronte.

Il tombino la conduce ad un’area leggermente illuminata, il che è già un netto progresso, non fosse che si tratta evidentemente di una delle arterie della rete fognaria della città, con tutti i problemi olfattivi che questo comporta.

Proseguendo lungo il largo condotto, ben presto Maya torna a sentire dei passi che la seguono, anche se questi suonano decisamente diversi da quelli uditi in precedenza.

Con un po’ di fortuna e una certa dose di consapevolezza “ultraterrena”, Maya percepisce vagamente la figura che la sta seguendo e le si avventa addosso alla cieca:

Dopo il placcaggio, quello che risulta l’essere più brutto che la ragazza abbia mai visto le si palesa di fronte, presentandosi come Aaron “Tequila” Bathrust, Nosferatu di casa da quelle parti.

I due battibeccano amichevolmente per qualche minuto, e Maya tenta di convincere la nuova conoscenza a seguirla nella stanza del pentacolo con Ascendente:

Tequila tuttavia resiste all’effetto della disciplina, irritandosi leggermente e temendo un agguato ai suoi danni organizzato dall’inattesa ospite Brujah.

Alla fine Maya, seguendo il “pressante” consiglio del Nosferatu, riesce finalmente a riemergere sotto il cielo di San Francisco.

Edgard Anderson

Arrivata velocemente a Casa Anderson alla disperata ricerca di una doccia, Maya ha l’ennesima amara sorpresa trovandoci suo padre Edgard, visibilmente preoccupato, alla vista dello stato pietoso in cui versa la figlia (che, oltre ad essere reduce da un viaggio nelle fogne, è ancora mostruosamente ferita al volto) cede immediatamente al panico.

L’ Ascendente di Maya tuttavia questa volta ha successo, e la ragazza non ci pensa due volte spingendo il padre a tornare immediatamente in Alabama col primo aereo.

Spaesato, ma innaturalmente accondiscendente, Edgard obbedisce senza fare storie.

Risolto almeno temporaneamente il problema, Maya decide di recarsi a casa di Zeno prima del letale arrivo dell’alba.

Diario 1 Maggio