10 suggerimenti per scrivere Blog nel 2017

8 minuti di lettura

Prima di tutto:

Ha ancora un senso scrivere un blog ?

La risposta è la solita: dipende.

E sì, lo so, sento già i “E grazie al ca….” in dirittura d’arrivo, quindi vi giuro che oggi, tanto per gradire, quel dipende lo provo a spiegare.

1: Voglio fare un Blog per guadagnare

money

In breve: scordatelo.

In lungo: a prescindere dalla miriade di motivazioni tecnico-sociologiche, stai partendo già con l’approccio sbagliato.

Col web si può guadagnare, intendiamoci, e conseguentemente lo si può fare con i blog e in genere se si è professionisti del settore o volti noti risulta una faccenda manco troppo complessa…ma se si fa parte della beneamata gente comune e la vena creativa è posta dopo l’interesse economico di solito le strade portano a due risultati:

A) siti spazzatura fondati sul click baiting

B) progetti arenati sul nascere

Anzi, ancor più probabilmente un misto tra i due.

2: Fashion Blog, Blog di Cucina, Viaggi…

blog

In due parole: Blog Tematici.

Ovvero quelli che godono sempre di buona salute e piacciono molto anche ai motori di ricerca, com’è naturale:

Pensate a quanta gente cerca “ricetta tiramisù” in rete.

Un numero talmente vasto che magari ci rientrate pure voi!

Bene…ora pensate a quanta gente cerca “riflessione di ciccibibullu94 sul pensiero di Giolitti”.

…spero di aver reso l’idea.

Fate sempre un ragionamento simile prima di elaborare il vostro teorema.

Certo, sempre ammesso che le interazioni col pubblico v’interessino (non è sempre detto, ma ne riparliamo tra un attimo).

3: Meritocrazia

blog

Il discorso appena concluso qui sopra ci dice un’altra cosa:

l’unico merito che conta veramente sul web è quello di saper proporre, rendere appetibile (e quindi diffondere) un contenuto.

Insomma, volendo sempre tener buono l’esempio precedente:

la ricettà del tiramisù potrebbe essere una completa oscenità, mentre il povero ciccibibullu94 un autentico luminare…la cosa, a livello di web-numeri, non importa nulla.

Certo Google, il motore di ricerca per antonomasia, ha da tempo assunto una politica molto intelligente che tende a premiare il contenuto ben strutturato a scapito delle keyword buttate alla rinfusa.

Tuttavia, per quanto sofisticati, parliamo pur sempre di algoritmi, e ben strutturato significa anzitutto il peso della pagina, com’è stata codificata e il livello di “pulizia” del codice html che tiene assieme il blog in questione.

Scelta di lessico e creatività, ahimé, risultano sempre poco sondabili rispetto a questi elementi.

4: Blog Personali

blog

O meglio, blog-diari dove raccontiamo amabilmente i cazzi nostri (perché un blog dovrebbe essere sempre un minimo personale):

Oggigiorno, almeno a livello massivo, sono sfortunatamente quasi estinti, perché divorati dallo strapotere dei social network o sostituiti dai canali youtube.

Qualcosa di terribile da molti punti di vista, escludendo le ovvie comodità derivanti dall’utilizzo globale di una piattaforma oramai divenuta standard vigente.

Ci sarebbe molto da dire su quest’argomento, ma credo sia il caso di tenerlo in sospeso in attesa di un post dedicato…per quel che vale, io sarei felicissimo di vedere più blog personali nell’oceano web (specialmente se diversi da quelli di teen-agers innamorate della pop band di turno), ma per onestà ed esperienza personale non so se consiglerei di aprirne uno oggi.

5: Voglio un blog popolare…?

Tenetevi ben stretto quel punto di domanda, è importante.

Certo, tutti vorrebbero un blog popolare, altrimenti scriverebbero un diario privato, ma non per tutti questa è necessariamente una priorità, o noi altri blogger “multitematici” non esisteremmo proprio:

Per intenderci…nel caso la popolarità fosse il vostro mantra, concentrarsi su un singolo argomento rappresenta una scelta praticamente obbligata, che in più vi semplifica faccende come scelta di nome e struttura del blog (idealmente funzionali all’argomento prescelto) e soprattutto rende appartenenti ad una determinata “nicchia” per default.

6: Costanza

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La cosa più difficile, ovviamente, è postare contenuti un minimo strutturati e appetibili il più spesso possibile:

un blog aggiornato di recente genera più interesse tanto nei visitatori quanto nei motori di ricerca.

Questo punto è cruciale soprattutto agli inizi, quando le interazioni con l’utenza saranno minime se non (probabilmente) nulle…il che ci porta al vero segreto per portare avanti un blog:

7: L’esigenza di scrivere

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Notate la scelta del termine:

Non voglia, non interesse, ma esigenza.

Che intendo?

Che principalmente io qui scrivo anzitutto per me stesso, e lo farei anche se non avessi un singolo lettore.

In effetti, buona parte dei miei file txt personali manco li ho mai pubblicati, e non ne ho mai avuto l’intenzione:

Scrivere è anzitutto una necessità psicologica volta a tirare fuori un groviglio mentale dandogli forma e memoria.

Questa necessità non la posseggono in molti, e credo sia quasi fondamentale per portare avanti un blog…personalmente credo che senza di essa lo vivrei come un lavoro non (o sotto) pagato, quindi prima di gettarvi a capofitto nell’impresa rifletteteci bene.

8: Come posso creare un blog ?

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Chiariti questi punti prevalentemente di natura “etica”, passiamo alla pratica più concreta:

Wordpress

wordpress

È la risposta che state cercando, che probabilmente già conoscete e non necessita di ulteriori conferme:

Wordpress è la piattaforma di pubblicazione più importante e diffusa al mondo da parecchi anni a questa parte, e con ragione:

è gratuito, potente, supporta miriadi di plugin, e conta una comunità di supporto attivissima.

A questo proposito, però, vale la pena citare wikipedia:

Iscrivendosi dal portale wordpress.com è possibile creare un sito utilizzando WordPress gratuitamente, ma non è possibile usufruire dei plugin per aggiungere funzionalità. Per poterli utilizzare è necessario comprare un servizio di hosting, che supporti PHP e MySQL e scaricare nel proprio spazio web il software WordPress.

in parole povere ?

Se volete sfruttare a dovere le potenzialità di Wordpress avrete bisogno di un valido servizio hosting dove “contenerlo” (di gratuiti mi viene in mente il nostro classico altervista, a pagamento la scelta si fa ovviamente più ampia)

Blogger

blogger

Che il sottoscritto conosce molto bene, avendolo utilizzato per parecchi anni (anche per le prime versioni di Xaba Cadabra), perciò leviamoci subito il dente:

Blogger è inferiore a Wordpress in ogni singola caratteristica, salvo forse una: è di Google

E quindi ?

E quindi, se come probabile possedete un account gmail, non dovete manco effettuare iscrizioni particolari, è tutto bello e pronto che v’aspetta all’indirizzo blogger.com

soprattutto, tendenzialmente, a Google piace Google: non posso dimostrarlo con dati certificati, ed è chiaro che utilizzando un template-porcata del 2008 la cosa non influirà molto…ma alla base, ho ragione di credere che un blog leggero, performante e contenutisticamente valido targato blogspot piaccia parecchio al motore di ricerca che di quel dominio è anche proprietario.

Aldilà di questo Blogger comunque resta una buona piattaforma performante abbastanza intuitiva e un supporto tutto sommato decente, soprattutto per chi conosce un minimo di xhtml e css.

Jekyll

Jekyll

Che, in combo con Github, è ciò che tiene in piedi il blog dove vi trovate in questo momento!

Di Jekyll dovrò necessariamente parlare come si deve in un post dedicato, perché c’è molto da dire e non è quel che si dice un sistema user friendly (almeno, rispetto ai due colossi citati sopra) tuttavia è meraviglioso, leggero, gratuito, opensource e privo di database e cookies.

Se siete adepti del formato Markdown, del web statico e non vi spaventa utilizzare Git, fiondatevi qui senza pensarci due volte.

Se invece non avete capito una sola parola di quello che ho scritto in quest’ultimo paragrafo, restate sintonizzati su Xaba Cadabra che ne parleremo meglio un altro giorno.

9: Concorrenza

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Questo forse è il punto/concetto più delicato da affrontare:

puntando su un blog tematico, con un argomento ed un target specifico ben evidenziato e un approccio “neutrale” nella scrittura, sarete nuovi arrivati in un mare pieno di pesci più grossi di voi.

Demotivante, eh ?

In realtà dipende molto dai punti di vista:

per esempio, mettersi a fare recensioni di videogiochi seguendo il modello di una delle vecchie riviste di settore oggi come oggi non ha nessun senso.

O meglio: ce lo può avere in uno dei seguenti casi.

1) V’interessa creare una webzine competitiva ed inserirvi nel settore a livello commerciale (nel qual caso però, “blog” non è il termine che state cercando)

2) Recensite un gioco che non si è incOOlato nessuno.

E guardate che non è poi così raro, specie nel ramo più retrò: molto spesso la “stampa di settore” è spaventosamente piatta e monotematica, concentrata sui titoli di punta che mandano certamente in sollucchero un’utenza che però è più interessata a leggere voti che articoli propriamente detti.

La differenza grossa che vi permette di fregarvene bellamente di tutto ‘sto discorso è una cosetta che ho citato poco fa:

10: L’approccio non neutrale

Che fa molto sito d’incontri detta così, ma in effetti a livello di principio non è che ci discostiamo poi molto.

You can be anything you want to be, Just turn yourself into anything you think that you could ever be, Be free with your tempo, be free, be free, Surrender your ego be free, be free to yourseeeeeeeelf

Il nostro personale modo d’esporre le cose, l’educazione, lo humor, gli errori, i gusti, lo stile, l’assenza di stile…tutto ciò che ci forma come individui, ciò che siamo e/o ciò che vorremmo essere ci rende anche unici e irripetibili a livello di blogging.

E questo, in un web sempre più grettamente uniformato in standard più o meno pietosi, è esattamente quello che servirebbe:

gente che parla di un qualsiasi argomento, e che ti resta impressa anzitutto per come di quell’argomento ha parlato, a prescindere dalla natura dello stesso.

E ora, non sto scrivendo da “blogger”, intendiamoci, ma da semplice utente:

perché diavolo dovrebbe interessarmi leggere l’ennesima recensione che scimiotta più o meno bene spaziogames o bestmovies ?

Che me ne frega della “media”, della supposta (in tutti i sensi) oggettività, del pensiero comune e dell’opinione vigente ?

Per conoscerli basta farmi un giro su facebook, al bar, nei vecchi log di ffonline (!), non certo leggere il blog di un tizio che magari non conosco ma che, proprio leggendolo, imparo a conoscere…

Stesso discorso lo potrei fare con guide, soluzioni, ricette e chi più ne ha più ne metta:

per me, l’approccio personale in un blog non è solo una scelta stilistica.

è proprio tutto il blog.

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