Italia - Germania 89 - 82 [Eurobasket 2015]

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La meraviglia.

Le lacrime.

Gli infarti.

Io stavo già abbozzando un altro post, tutto diverso, che parlava della nostra sconfitta.

Lo volete leggere? No? Ma sì, chemme frega, io ve lo butto qua poi fate voi:

L’arianissimo Schroeder per la gioia di Salvini ci ha impartito un po’ di lezioni di classe e velocità (davvero, mettete un autovelox nei palazzetti), il PM degli Atlanta Hawks per quanto mi riguarda s’è rivelato un evidente figlio illegittimo di Allen Iverson. Pietrone “Cagnaccio” Aradori, che da Canturino non posso non osannare in modo particolare, ha menato come un fabbro. S’è sofferto. Tanto. Siamo sempre stati lì, non ci siamo mai fatti davvero schiacciare (anche se il rischio s’è presentato spesso e volentieri) ma ha vinto la squadra che meritava. Nulla da recriminare ai nostri, sempre col fiato sul collo degli amici crucchi. All’ultimo quarto sembrava esserci speranza, c’erano Belinelli e e Gentile che spaccavano tutto da un lato e quella leggenda di Nowitzky, oltre al solito Schroeder, dall’altro….ehi…un attimo…Ci sto rimettendo cuore, anima e polmoni a ‘sta partit…

Poi m’interrompo, perché succedono cose.

Cose che chi non segue il basket probabilmente non può capire.

Non si può descrivere com’è essere 76 a 76 con 04.6 secondi dalla sirena. (Grazie Gallo, a proposito)

Non si può.

Io non ci credevo, lo confesso.

Nonostante la performance inarrivabile con la Spagna di ieri, io invocavo le borracce di Bugs Bunny.

Eppure abbiamo vinto.

E un po’ mi viene da piangere.

Perché un cuore così, un agonismo e un talento del genere io in una competizione sportiva mica me li ricordo sai.

Però beh.

That’s Amore.

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