Il Facebook Gate è una Stronzata
Ma guarda te se mi tocca difendere Zuckerberg.
Come avrete sicuramente letto in giro in questi giorni, pare che la società Cambridge Analytica abbia violato 51 milioni di profili facebook per influenzare la campagna elettorale di Donald Trump e, in modo analogo, la Brexit del 2016.
La commissaria alla Giustizia dell’Unione Europea, tale Věra Jourová, ha trovato tutto ciò orripilante.
Horrifying, if confirmed. Personal data of 50 mln #Facebook users could be so easily mishandled & used for political purpose. We don't want this in the EU. #GDPR https://t.co/p2czcodOsi
— Věra Jourová (@VeraJourova) 18 marzo 2018
A margine, vorrei far notare quanto l’UE non manchi d’esprimersi in modo molto sentito su questo tema, mentre contemporaneamente pare indifferente al massacro di Afrin ad opera della cara amica Turchia.
Vabbè, so’ priorità.
Scusate, non volevo uscire dal topic, ora ci torniamo subito.
Per contratto non posso scendere nel dettaglio, ma diciamo solo che ho potuto lavorare nell’ambito raccolta dati legato a un certo social network blu.
Basti dire che, di base, Facebook offre strumenti atti a vagliare la correlazione tra post e pubblicità.
Insomma:
Se qualcuno posta “W Pippo!” a Facebook interessa sapere se il pisquano in questione allude al personaggio Disney, in modo da piazzare pubblicità mirate.
Ovviamente il pisquano di cui sopra magari stava parlando di Pippo Baudo, Pippo Franco, o semplicemente festeggiava la #GiornataMondialedellOnanismo(manca solo quella mi pare).
Il punto è che per un computer la parola chiave “Pippo” resta sempre uguale, quindi è necessario contestualizzarla tramite l’occhio umano.
MI SPIANO! AIUTO!
Ecco.
Ora: già nel 2013 parlavo di come buona parte del Web fosse inutilmente ossessionato con la privacy.
O meglio:
A nessuno frega niente di quello che stai facendo nel dettaglio, importa solo quanto è possibile correlarti ad un prodotto o inserirti in una statistica
Oggi come allora, esiste solo un modo per gestire a dovere la propria privacy, ed è sempre un segreto di Pulcinella:
Se non vuoi che qualcuno sappia qualcosa, tienitela per te.
Non scriverla.
Non taggarla.
Non fotografarla.
Non condividerla.
Molto semplice, no?
Condividi e scrivi solo ciò di cui non potrai mai pentirti, e che nessuno potrà mai rinfacciarti in futuro.
Egomaniaci
Chiaramente i Social Network (e la società in generale) ci portano a fare l’esatto contrario, perché per forza di cose è nel loro interesse.
Marketing che fa leva sull’ego dell’utente.
Cos’ha fatto Cambridge Analytica
In pratica, giocando sporco e infischiandosene di leggi sulla privacy (com’è anche naturale per società di questo tipo), ha creato svariati profili psicometrici su cui adattare le esigenze del proprio cliente - nella fattispecie, Donald Trump.
Stringendo, Trump e la Brexit hanno fatto una campagna elettorale mirata, puntando esattamente al linguaggio e alle priorità espresse dai suddetti profili.
In più, le stesse priorità andavano diffondendosi ed alimentandosi tramite bot costruiti ad arte per scopi propagandistici e/o denigratori della parte avversa (vedi Hillary Clinton).
Il punto
Tolta la spregiudicata raccolta dati di Cambridge Analytica (e l’eventuale coinvolgimento consapevole di Facebook) in tutto questo non c’è nulla di diverso da ciò che si è sempre visto in ogni campagna elettorale:
- Capire ciò che la gente vuole;
- Adattarsi al linguaggio che va per la maggiore;
- Assoldare “strilloni” in grado di alimentare l’Effetto Gregge;
- Trovare un valido Capro espiatorio per ogni problema;
- Conventio ad excludendum;
Insomma: in modo certamente più sofisticato in termini di tecnologie, non abbiamo di fronte nulla di troppo diverso da ciò che è nei fatti la creazione del consenso.
Morale
In pochi hanno realizzato che non sono gli elettori che hanno imitato Trump, ma viceversa è Trump che ha imitato loro.
In questo senso, per paradosso, abbiamo della democrazia.
Sporca, pilotata e spesso artificiosamente indotta con le famigerate fake news (che però sono un’altra storia), ma tant’è.
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