Il Netflix che non ti aspetti #2

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Secondo episodio di una rubrica che avrei potuto benissimo chiamare Cazzeggiando su Netflix, ma a ‘ste cose uno ci pensa sempre dopo…

Tokyo Trial

Tokyo Trial

Il primo commento nerd è

il fallimento degli allineamenti di D&D

La serie olandese Tokyo Trial pone l’accento su alcune delle diverse sfumature della giustizia, di come certo, tavolta quest’ultima venga inficiata da interessi di singole persone o nazioni, ma anche di come non è sempre questo il caso:

Di Tokyo Trial ho apprezzato anzitutto l’enfasi per le sfumature, in un realismo socio-politico molto lontano dai soliti derby manichei.

Realtà Sottovalutate

Confesso che il processo di Tokyo lo conoscevo molto poco.

Quello di Norimberga è sempre l’inevitabile star nei libri di storia tanto quanto nella memoria comune e, ragionandoci, forse è un peccato:

La questione coloniale, il peso dell’imperialismo occidentale, la futura imposizione del mercato asiatico hanno tutte radici nel dopoguerra del Sol Levante.

Anche per questo, caldamente consigliata a tutti gli appassionati di Storia.

Grillo vs Grillo

Grillo vs Grillo

(Che a consigliare Louis C.K. son boni tutti.)

Vorrei scrivere “tralasciamo un secondo la politica”, ma in fin dei conti quest’ultima è sempre stata il soggetto principe del comico Grillo, prima ancora che del Leader Beppe

Ma ecco, facciamo un attimo quelli che si concentrano sulla forma e non sulla sostanza:

Beppe Grillo resta sempre uno showman coi controtutti.

Copia le battute ?

Avoja!

Si butta in una sorta di autoironica agiografia di se stesso?

Assolutamente!

La ruggine da politico “sceso in campo” oramai c’è e non se la potrà mai più scrollare di dosso, ma trovo straordinario notare quanto in fin dei conti resti sempre uguale:

Un comico fisico, “violento”, mugugnone e strillatore eppur complice, diretto figlio della scuola genovese di Paolo Villaggio (quello del Professor Kranz, non di Fantozzi).

Poi certo, anche se Beppe si fa meno sconti di tanti altri, con se stesso usa carezze.

Diciamo che se non altro la sana “cattiveria” da animale da palcoscenico c’è ancora (a differenza di quella di un Benigni folgorato sulla via di Damasco, per dire).

Comizio o Spettacolo ?

Perché, esiste ancora una differenza ?

Dovessi dire, lo show ha punte divertenti e scorre via piacevolmente, sebbene lontano dagli standard di 15-16 anni fa:

Questo non tanto perché Beppe sia cambiato, o per l’ombra (pur pressante) del suo Movimento 5 Stelle, ma per il semplice fatto che ciò che nel 2003 pareva moderno ed in linea con il prossimo futuro, ora al massimo sa di presente un po’ stantio.

In rubrica c’è finito anzitutto per amor di surrealismo:

Netflix + Teatro + Politica Italiana Contemporanea

Altro che post-verità

Harry a pezzi

Harry a Pezzi

Un Woody Allen nella fase crepuscolare del proprio esaurimento nervoso, quello del 1997:

Harry a Pezzi è il ventottesimo film del regista, probabilmente uno dei più ferocemente autobiografici, relativamente poco blasonato e uscito dopo i burrasosi anni ‘90, nello stesso anno in cui Woody Allen sposò Soon-Yi Previn tra ventordici milioni di polemiche.

Cerebrale e scorretto, decisamente molto “spinto” per la cinematografia sua coeva, io l’ho trovato dannatamente divertente.

Al solito, lo humor di Allen ha un sapore piuttosto “europeo” che poco ha a che spartire con la commedia americana propriamente detta (non per niente mi pare che il buon Woody sia sempre stato più apprezzato da noi che in patria).

Daft Punk Unchained

Daft Punk Unchained

Documentario (ovviamente) francese del 2015 dedicato al duo più importante e rivoluzionario della moderna musica elettronica.

Confesso di non essere mai stato troppo vicino al genere, ma il documentario è interessante e vi compaiono pure due miei mostri sacri: Giorgio Moroder e Lejii Matsumoto.

Il lavoro è ben confenzionato ma direi fin troppo esageratamente celebrativo, specie considerando che i due robottoni parigini sono ancora vivi.

Dovessi dire, avrei preferito meno “gossip” (che pure è succoso e ci sta tutto) e più accento sull’aspetto tecnico, quindi strumentazione e via dicendo, ma vabbè.

Nel complesso, un documentario abbastanza interessante per comprendere le radici di un fenomeno che oramai controlla buona parte della musica (e della relativa moda) commerciale moderna.

One more time!

13 Reason Why

13 Reason Why

Serie Tv del momento, guardata tutta in un fiato (bingewatch, come dicono gli yankee), costruita e prodotta dannatamente bene ma forse un po’ troppo “pretenziosa” per i miei gusti.

Nel dettaglio ne ho discusso un po’ sui social, TvShowTime in primis, e quando l’avrò digerita meglio non è da escludere un bel postone dedicato (magari dopo che avrò recuperato il relativo libro).

Consigliarla è quasi superfluo, visto che a quanto pare un utente Netflix su due se l’è già bellamente sciroppata

Altro dalla rubrica “Il Netfilx che non ti aspetti”

  1. Il Netflix che non ti aspetti #1

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