Distant Worlds - Milano [Resoconto]
Anticipo da subito che questo resoconto è una faccenda parecchio personale, quindi se state cercando un riepilogo dell’evento scritto in maniera più formale e un minimo più “giornalistica” mi spiace ma questa volta cascate male…
Il fatto è che, come spiegavo un paio di settimane fa, la musica di Nobuo Uematsu e la serie Final Fantasy in generale per me significano davvero un bel po’…
Dai Midi all’Orchestra
Non ho mai studiato musica. Non ho mai studiato composizione o imparato a suonare uno strumento. Volevo semplicemente realizzare musica per me stesso, così ho cominciato a suonare un po’.
Nobuo Uematsu (fonte)
Anni fa citavo lo stesso Uematsu per trattare la questione dei limiti tecnici e di quanto quest’ultimi (per paradosso) abbiano spinto oltre in termini di creatività parecchi autori e artisti legati al meraviglioso mondo dei videogames.
Soundfont
Senza divagare, giovando dell’esperienza del grandissimo William Kage, possiamo “toccare” con mano alcune repliche dei banchi di suoni con cui Nobuo Uematsu ha lavorato nell’epoca del Super Nintendo:
sample da una manciata di kilobyte, mirabili salti mortali con i sintetizzatori e le Roland SC-55 e SC-88 sommati ad un lavoro a stretto contatto con i programmatori, Sakaguchi in primis.
Il Concerto
Magnifico, con qualche remora per via dell’acustica accettabile ma non proprio eccelsa del Teatro Linear CIak (un tendone più che un teatro), ma soprattutto per assenze eccellenti, come le meravigliose musiche di Final Fantasy VI.
In particolare il mio fanatismo nei confronti di Uematsu mi ha portato a storcere un po’ il naso durante l’ascolto dei brani tratti da Final Fantasy XIII, XIV e XV…ma d’altronde mi rendo conto che condensare le millemila tracce della serie in un concerto di due ore non dev’essere certo un’impresa facile.
(meno clemente il parere riguardo timing/montaggio dei video, che in più momenti aveva un taglio decisamente amatoriale: che c’azzecca l’assalto al treno di Deling nel bel mezzo del filmato introduttivo di Final Fantasy VIII ?! )
Menzione di merito poi per la chiusura con One Winged Angel dotata di un’enfasi e partecipazione tali che non ho mai visto nemmeno in molti concerti metal!
A tal proposito, applausoni per il direttore d’orchestra Arnie Roth che, oltre a dirigere alla grande l’Orchestra Filarmonica, si è rivelato pure un maestro di cerimonie simpaticissimo.
Conclusioni
La scossa elettrica che m’è partita dentro ascoltando Liberi Fatali non la potrò mai davvero sintetizzare a parole.
Sono ormai passati quasi vent’anni da quando ho iniziato la mia personale storia d’amore con Final Fantasy e, nonostante le burrascose delusioni dell’ultima decade, l’affetto che provo per gli episodi storici non è mai variato di una virgola (semmai è andato aumentando).
In tutto questo le gloriose composizioni di Nobuo Uematsu hanno giocato un ruolo fondamentale, quindi l’emozione di sentirle suonate dal vivo è qualcosa che consiglio tassativamente a tutti i fan, sperando in un veloce ritorno del Distant Worlds!
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