Addio Gazebo: un disastro per la RAI
Diego “in arte Zoro” e tutta la sua ciurma passano a La7, e così il servizio pubblico perde una delle sue realtà più importanti.
La Querela di Alfano
Per quanto mi riguarda la nota più dolente, triste e sconfortante dell’abbandono è legata al silenzio successivo all’azione legale dell’attuale Ministro degli Esteri.
— Gazebo (@welikechopin) 20 maggio 2017
Ecco.
Io da spettatore, da cittadino italiano n’azienda che non fa quadrato attorno ad un proprio “prodotto” (o per meglio dire attorno ai propri dipendenti) per non urtare l’animo di uno che è stato “ministro di tutto” [cit] e vanta più capelli che elettori, non la posso seriamente considerare “cosa pubblica”.
L’importanza di Gazebo
Forse a Viale Mazzini non ce ne si è resi pienamente conto, non si pesa bene l’importanza di un programma “low cost” che racconta storie e luoghi tanto scomodi in modi così innovativi e al passo coi tempi digitali.
Soprattutto, dell’essere forse “tifosi”, ma mai ultrà:
si veda a titolo d’esempio l’ultima puntata, con la discussione tra Diego ed il contadino del centro Italia in preda a sfoghi razzisti e “nostalgie” pericolose, magari deprecabili (loro), ma che non per questo devono farci scordare che provengono da un essere umano esasperato, non da un mostro-zimbello.
E nel clima da derby perenne, da insulto facile (e gratuito) proveniente da ogni schieramento in campo, questa forma di rispetto per me ha un valore immenso.
La mossa d’Egitto
Dall’altro lato, si segnala il colpo da maestro di Urbano Cairo partito col passaggio La7 di Andrea Salerno, culminato in un matrimonio quasi logico:
Il totem Marco Damilano, palinsesto, budget e temi di fondo della rete s’incastrano alla perfezione con la cifra gazebica:
Negli ultimi anni La7 è diventata praticamente una rete All News a sfondo politico, con (altalenanti) talk show ed ottime inchieste (chiedere a Formigli), praticamente il pane di Diego Bianchi & Soci, che non a caso vantano già numerose incursioni alla corte di sua maestà Enrico Mentana.
Commento
"Che fine hanno fatto quelli di #Gazebo?" pic.twitter.com/LkDIlY6qiJ
— Gazebo (@welikechopin) 20 maggio 2017
Circa quattro anni fa scrivevo da queste parti che “Gazebo mi ha fatto tornare a guardare la televisione”
La cosa importa perché, ovviamente, col tempo questo è diventato vero per un numero sempre crescente di persone e per me in particolar modo un buon motivo per guardare la RAI la stessa che ho sempre cercato un minimo di difendere, almeno nel mio piccolo, sopratutto sponda RAI3.
Perché Gazebo è in una botta sola la salvezza di TV, twitter, satira e approfondimento politico in Italia.
E sono certo che lo sarà ancora, nella sua nuova squadra, e questo mi rende molto felice.
Che la TV di Stato perda quella che era la sua punta di diamante…ecco, quello un po’ di malinconia me la mette.
Commenti
sage
mha a casa mia diciamo pecunia non olet....sarà un caso che sia l'ennesimo arrivo successivo al tetto degli stipendi in rai? meditate gente...
Xab
su twitter ho già letto commenti simili...ti dico la mia, fermo restando che a fare "d'avvocato" alla trasmissione IO non ci guadagno assolutamente nulla:
1. Il mercato -> gazebo è stato quasi sempre in top trend su twitter in una fascia oraria tostissima, unito ad un ottimo risultato d'ascolti e critica televisiva (e non so quanti programmi siano riusciti a mettere d'accordo in una botta social, auditel e critica)
2. Stipendi -> non so a quanto ammontassero, sicuramente belle cifre per carità (parliamo di televisione, i cachet hanno sempre un loro peso) e me ne frega poco o nulla, perché vanno integrati nel discorso sotto:
Quanto costa il programma ? E, in proporzione, quanto fattura ?
se tanto mi da tanto, il bilancio era in attivo. Anche perché Cairo non ha fatto campagna acquisti mica per niente.
Detto ciò, io le fantomatiche "leggi di mercato" le malsopporto, anche perché credo siano una delle principali cause dello stato pietoso dell'intrattenimento italiano...mi limito a giudicare il prodotto.
E, come detto, non solo lo ritengo validissimo, ma pure unico, originale, innovativo e spasmodicamente italiano (o per meglio dire romano), non il classico format magari anche bello che ti ritrovi uguale da New York a Bombay come un Talent a caso o mezza programmazione di Sky.
E secondo me queste sono cose che dovrebbero fare la differenza per il Servizio Pubblico.
sage
oh capisco che fai parte della tifoseria...ma...tu lo riterrai pure originale bellissimo fantastico megameraviglioso risposta di tutti i mali ma quelle sono opinioni tue...mica lo voglio pagare io come credo la maggior parte degli italiani, un programma fazioso romanaccio e vago che passa di pali in frasca senza criterio raccontando attentati e scherzi scemi nel giro di due minuti in un italiano stentato....perchè la pubblicità vabbè, vorrei anche capire dov'era visto che quel tipo di programma è tanto breve che manco ce l'ha al suo interno, tipo blob, e allora? allora sono soldi del canone spesi lì, per una volta ha ragione alfano che non m'è simpatico ma in questo non ha torto. E' come se tutti dovessimo pagare per vedere la partita della juve, che magari sara bella brava ecc. ma sempre na roba che frega a pochi è, non è certo la Nazionale.
Xab
ribadisco parte del discorso (l'unico che può avere una presa su di te, visto come la pensi - legittimamente eh!):
Gazebo sì, probabilmente è un programma che piace (tanto) ad una determinata fetta di pubblico e risulta indigesto / inutile a tutto il resto, ma il pubblico fidelizzato ha un suo valore.
http://realityshow.blogosfe...
poi oh, di pubblicità ce ne sarà pure poca o nulla hai ragione, ma da qualche parte 'sti numeri conteranno pure qualcosa (non sono Silvia Motta, per restare in casa Rai 3, quindi non mi sbilancio) ma il programma è un successo, è un dato di fatto che prescinde quanto tu lo gradisca o meno.
Per esempio, io non impazzisco per Fabio Fazio o Massimo Giletti (pure loro con la valigia pronta, dicono dalla regia), ma i numeri li hanno sempre fatti quindi al massimo critico modi e contenuto, non certo risultato e conseguenti possibilità lavorative...in questo senso allora si dovrebbe criticare tutto un sistema economico che è evidentemente sblianciato su più fronti (calciatori, musicisti, attori, manager, portaborse...), ma per l'appunto lì si va nel discorso globale:
se accetti le regole del gioco, le accetti per tutti.
E viceversa.
Scrivi un commento
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Sono segnati i campi obbligatori *