Akira e Final Fantasy VII
ATTENZIONE! In questo post tento di non rivelare nulla riguardo le trame delle due opere in questione. Ciò detto, consiglio di proseguire nella lettura solo se le si conosce entrambe!
Penso a questo post da circa un annetto, da quando cioè lessi per la prima volta il manga del capolavoro di Katsuhiro Otomo dopo essere mezzo cresciuto avendo visto e rivisto l’omonimo film.
Diciamo che mi sono divertito ad analizzare alcuni particolari della cifra stilistica di Akira, mettendoli in relazione con quello che è da sempre uno dei miei topic preferiti:
Final Fantasy VII.
L’Importanza di Akira
Akira è stato una chiave di volta per Shonen, Seinen, Cyberpunk e forse per la Fantascienza tutta:
Sparandola, potremmo definirlo una sorta di Divina Commedia della cultura giapponese moderna.
Perciò, specifichiamolo:
La sua influenza non inizia o finisce certo con Final Fantasy VII, anzi.
Tuttavia, visto che menziono due opere indiscutibilmente seminali per i rispettivi settori, analizziamo insieme un po’ di eventuali parentele.
Il lascito di Hiroshima e Nagasaki
Il trauma dell’Atomica è stato molto spesso ripreso dall’intrattenimento giapponese, in parte forse con l’intento di esorcizzarlo:
La distruzione totale ed indiscriminata, annichilente, a suo modo tanto avveniristica e moderna quanto arcaica, mitologica.
Probabilmente le parole di Oppenheimer riguardo il test di Trinity rappresentano sempre la descrizione perfetta:
Sapevamo che il mondo non sarebbe stato più lo stesso. Alcuni risero, altri piansero, i più rimasero in silenzio. Mi ricordai del verso delle scritture Indù, il Baghavad-Gita. Vishnu tenta di convincere il Principe che dovrebbe compiere il suo dovere e per impressionarlo assume la sua forma dalle molteplici braccia e dice, “Adesso sono diventato Morte, il distruttore dei mondi.” Suppongo lo pensammo tutti, in un modo o nell’altro.
Su questo punto, a mio avviso cruciale per comprendere tutta l’industria dell’intrattenimento del sol levante, consiglio a chi mastica l’inglese quest’ottimo articolo di The Conversation.
Spiritualità e Scienza
Forse anche per quanto appena scritto, lo sci-fi giapponese ha spesso avuto un sapore ai limiti del mistico (congratulazioni Shinji!), una sorta di “religiosità laica” spesso e volentieri pesantemente influenzata tanto dalle visioni post-apocalittiche del Mad Max di George Miller quanto dal cyberpunk di William Gibson o da film come Blade Runner (vi ricordate che diceva Hironobu Sakaguchi a tal proposito, sì?).
Probabilmente Ghost in the Shell ha rappresentato il summa di tutto questo discorso, ma questa è un’altra storia, già brevemente accennata qui su Xaba Cadabra in altra sede.
Moto!
Se seguite anime-manga o siete comunque appassionati della pop culture nipponica avrete ben note le figure dei Bōsōzoku: letteralmente, Tribù della Velocità Sfrenata
In buona sostanza, la categoria del giovane Eikichi Onizuka (celeberrimo protagonista di GTO e Shonan Junai Gumi ) ma anche, per certi versi, diretti colleghi del nostro Cloud:
Inutile dire che Kaneda e Tetsuo questa moda non solo l’hanno cavalcata, hanno proprio contribuito a ridefinirla:
Basti pensare alla copertina del film, con Kaneda di spalle che osserva la sua meravigliosa moto scarlatta.
Non parliamo “solo” di una delle immagini più emblematiche, citate e celebrate della storia di animazione e fumetto: se ci pensate, è un vero e proprio manifesto per l’intera sottocultura sopracitata.
Midgar e Neo Tokyo
Diverse eppure strette parenti, poiché ambedue degne rappresentanti dell’incubo celato dietro il sogno delle Megalopoli:
Intere regioni, forse vere e proprie nazioni più che mere città, dove all’inesorabile squallore delle periferie viene contrapposta la decadente opulenza dei quartieri ricchi.
Oltre a questo, ancora una volta torniamo al discorso estremamente giapponese della radice tradizionale soffocata in uno scenario esasperatamente moderno, e del resto non è un caso se William Gibson lo battezzò così:
“Il Giappone moderno è stato semplicemente cyberpunk”
Credo fosse inevitabile che la versione futuristica di Tokyo concepita da Otomo andasse ad incontrare alcune similitudini con la Midgard Made in Squaresoft:
Epicentri di tecnologia, inquinamento, un passato soffocato dall’inesorabile bisogno di futuro ma, e soprattutto, caratterizzati da un tremendo classismo.
Classismo che, com’è tipico anzitutto nella vita reale, va riflettendosi tanto negli individui quanto nell’architettura stessa dei vari quartieri o, per meglio dire, dei vari Settori.
Il Futuro passato del Giappone
Questo argomento, già sfiorato sopra, è molto profondo e cruciale: faccio a meno di trattarlo in modo approfondito perché ci ha già pensato il Dottor Manhattan qualche anno fa in modo meraviglioso (personalmente lo ritengo uno dei post più belli e potenti dell’Antro Atomico, il che è tutto dire!).
Stando sul tema, possiamo certamente notare come Akira (1988) e Final Fantasy VII (1997) abbiano rispettivamente aperto e (praticamente)chiuso una delle decadi più intensamente creative ed ispirate della storia moderna, e non solo a livello concettuale, ma anche in termini molto pratici:
Quanto sono costati Akira e Final Fantasy VII ?
Da un lato, manga a parte, abbiamo il più costoso lungometraggio animato giapponese della sua epoca 1: Akira è costato la bellezza di 8 milioni di dollari, che nel Giappone del 1988 non erano esattamente bruscolini.
Ma dall’altro, abbiamo la prima grande opera videoludica in tre dimensioni, dal budget tanto spropositato (145 milioni di dollari) da resistere tuttora saldamente sul podio delle produzioni videogiocose più costose di sempre , unico nella top 10 ad essere stato rilasciato prima del 2008. 2
Akira e Jenova
Misteriose e potentissime entità che, nonostante appaiano relativamente poco o comunque molto in sordina, rappresentano un po’ l’epicentro di tutto, in primis dell’ “effetto Hiroshima” di cui ciarlavo all’inizio.
Non a caso infatti ambedue le figure posseggono una forte connotazione mistica, o meglio ancora divina, la famosa spiritualità che va scontrandosi con la scienza, la razionalità, il moderno.
Spiritismo primordiale che va duellando con il progressismo senza scrupoli, seppur con diverse incarnazioni morali 3
In pratica, ritorniamo alla dicotomia tutta Giapponese che menzionavo prima analizzando Midgard e Tokyo.
Antico e Nuovo, Orientale e Occidentale, Spirituale e Terreno, Naturale e Tecnologico.
Forse, il cuore del particolare fascino della sushi-sci-fi sta tutto lì.
E di mio, sono abbastanza convinto che questo insoluto e “pacifico” conflitto abbia raggiunto il proprio apice creativo proprio tra la fine degli anni ‘80 e i primi del nuovo millennio.
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Se non erro il record venne stracciato dallo Studio Ghibli con Principessa Mononoke, ma Otomo si è rifatto nel 2004 con il costosissimo Steamboy ↩
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Manco a dirlo, questo è uno dei tanti motivi che mi porta a dubitare dell’operazione remake. ↩
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Akira è una figura neutrale in balia degli eventi, Jenova rappresenta un parassita fisiologicamente nocivo per il Pianeta ↩
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