L’Uomo d’Acciaio [Recensione]
Considerando che Batman V Superman m’ispira poco ma m’incuriosisce tanto, l’altro giorno ho finalmente colto la palla mediaset al balzo sparandomi per la prima volta Man of Steel.
Beh, anche se giusto quel paio d’anni fuori tempo massimo, ho pensato di recensirlo sommariamente onde snellire premesse a recensioni future.
La lentezza complessiva del film
Che è un po’ il fattore che mi ha sempre reso antipatico il cinema di Zack Snyder, salvo un paio d’eccezioni:
1) Watchmen : che è lentissimo certo, ma molto fedele ad un soggetto semplicemente troppo bello (anche se il fumetto è qualcosa inarrivabile, chiaro…e sì, lo so che ribadirlo è una pratica insopportabile, ma quel che è giusto e giusto)
2) Sucker Punch : che vidi al cinema e di cui ricordo poco (andando a memoria non credo che mi fosse piaciuto poi molto, ma lo trovai decisamente con un ritmo veloce per lo standard del regista)
I due approcci al Divino di Superman
Ovvero quello che credo un punto fondamentale sia per capire Man of Steel sia per capire la creatura di Siegel e Shuster in generale:
Specificando che non sono un chissà quale esperto di Superman, da suo conoscitore occasionale direi che esistono fondamentalmente due approcci nella resa del personaggio…personaggio che all’apparenza appare tanto semplice da sfiorare i limiti dell’essenziale, ma che forse proprio per questo può risultare spaeventosamente complesso:
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L’approccio Superman “Dio”
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L’approccio Superman “Voglio essere come te”
Teologicamente parlando, visto che siamo a Pasqua, potremmo definirli così:
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il Superman più assoluto, più ebraico
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il Superman meno dogmatico, più cristiano (fermo restando che il personaggio resta la quintessenza della narrativa pop giudaica)
Diciamo, la differenza che passa tra il Signore degli Eserciti dell’Antico Testamento e quello che si è fatto uomo nel Nuovo:
Meglio ancora, la differenza che passa tra
“Non avrai altro Dio all’infuori di me”
e un
“Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”
piuttosto che tra l’invincibilità assoluta e la vulnerabilità manifesta di un
“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice”
Superman senza Clark Kent
Clark Kent, l’alterego di Superman (spoiler!) è un po’ l’incarnazione ideale del sopracitato aspetto “Gesuita” dell’uomo d’acciaio, l’emblema di quel ”s’è fatto uomo”, il filone da cui attingono molti fumetti e su cui (tra le altre cose) era basata un po’ tutta la serie Smallville
Ecco, Snyder di Clark Kent se n’è allegramente sbattuto le balle:
Superman È Kal-El, un essere supremo costretto a sopportare le meschinità e le contraddizioni del genere umano, una specie per cui certo, può provare un affetto circostritto nei confronti di taluni individui (i genitori, Lois Lane), ma con cui non riesce mai davvero a relazionarsi, per cui non riesce a provare alcuna autentica empatia.
In tutto questo discorso, Clark Kent resta solo una maschera, un po’ come Tarantino fece dire alla buon’anima di David Carradine nel suo Kill Bill:
È un male ?
È un’interpretazione del personaggio che, estremizzata, per alcuni potrebbe equivalere ad una bestemmia, ma che in un contesto tutto nuovo penso ci possa stare (anche se qualche riserva ce l’ho pure io).
Detto questo, stando così le cose, semplicemente ha ragione Lex Luthor, poche ciance.
(tratto da Lex Luthor: Man of Steel, che tempo fa avevo recensito qui.)
Così come ha ragione il Batman di Frank Miller (che con il ragazzone di Krypton c’è sempre andato giù abbastanza pesante):
lungi dalle sue genuine buone intenzioni, l’incapacità di concepire le umane vulnerabilità rendono Superman nel migliore dei casi un genitore ultraprotettivo, e nel peggiore un burattinaio (e al tempo stesso burattino) di una sorta di stagnante “dittatura morbida”.
Tutto il resto è noia…?
L’Uomo d’Acciaio io l’ho trovato un film estremamente noioso per tempi, inquadrature, luci, dialoghi ed impiego degli effetti speciali.
Mentre lo vedevo, la reazione di “pancia” era molto vicina alla stroncatura senza appello, lo ammetto.
Tuttavia, dopo averci meditato sopra a freddo, dopo averlo insomma “masticato” per bene, devo dire che è un film che mi ha dato ampi spunti di riflessione.
Certo, forse sono più legati alla particolare natura del personaggio che alla resa del film in senso stretto…ma va detto che dubito mi sarei trovato a fare questo tipo di ragionamenti dopo una visione di un film del trenino marvel (sì, quello di brigitte bardot), anche se con ogni probabilità mi ci sarei divertito molto di più:
Bouillabaisse vs Hot Dog
è la differenza che passa tra un piatto caratteristico al ristorante e un saporitissimo paninazzo preso al volo:
il primo magari non ti piace anche se è cucinato con cura e perizia, il secondo ti sfama e soddisfa nonostante sia preparato con dubbi ingredienti e puro interesse economico in testa.
Più cine e meno comic
In buona sostanza, L’Uomo d’Acciaio è un film che non mi è piaciuto per questioni stilistiche e gusti personali (io e Snyder stiamo proprio lontani, c’aggia fa), ma che ho trovato senz’altro più “film” nel vero senso della parola e meno episodio simpaticone di una serie tv com’è stato, ad esempio, Age of Ultron
In questo senso, si sente l’eredità di Nolan (che però come regista mi piace certamente di più) assieme ad una certa spavalderia autoriale da parte di Zack Snyder e dei suoi sceneggiatori…
e vi dirò, sotto sotto forse è proprio per questo che m’è venuta voglia di andare a vedere Batman v Superman.
PS:
Kevin, va bene tutto ma…PERCHÉ?
ok, forse un po’ è giusto così.
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