Voto a 16 anni
Ho letto parecchie ironie e lamentele riguardo l’ultima sparata di Grillo, un’uscita provocatoria ma non troppo.
Ora, inquadriamo subito l’elefante nella stanza:
è chiaro che Beppuzzo la butta lì anzitutto per una questione strategica, visto il successo del Movimento 5 Stelle tra i giovani (e del resto non credo ne abbia fatto mistero)
Tuttavia, lasciamo per un attimo perdere il nostro contesto elettorale, facciamo finta che non esistano i nostri politici (aah dolci utopie!) e di trovarci nella pura politica teorica, quella da libri di testo, quella insomma applicabile a qualsiasi epoca e situazione.
La teoria
Ecco, lo dico subito: io sono ASSOLUTAMENTE favorevole al Voto ai 16 anni.
Dirò di più: io a 16 anni (pure qualche anno prima in effetti) la passione politica la vivevo, sentivo e praticavo ben più di oggi, nonostante internet non fosse quella di adesso e la materia passasse anzitutto per libri e talk show televisivi.
Del resto, erano i beati anni dell’anti-berlusconismo…ma quella è un’altra storia.
Nonnismi
Il punto è che molti dei miei coetanei (ma soprattutto molti pure più anziani) predicano bene e razzolano male, cagando un sacco il cazzo ai pischelli per potersi dare un’aura d’importanza che non hanno (o meglio, che non abbiamo. Tenetelo presente anche quando mi leggete eh!)
Mode
Certo, il grosso dei sedicenni voterebbe per moda, per impulso, per farsi figo e probabilmente senza avere uno straccio d’informazione decente riguardo quello che sta effettivamente facendo.
Ma sai che c’è?
Che questo è vero pure per il grosso dei ventenni, trentenni, quarantenni e via a crescere.
La differenza è che uno a sedicianni di fare (votare?) cazzate se lo può pure permettere, fa sempre in tempo a cambiare.
Noi no.
Memorie Sinistre
Mi ricordo molto bene i quarantenni (oggi cinquantenni) che trattavano con dotta sufficienza i sedicenni della mia generazione, votando i vari pastrocchi di Prodi o D’Alema difendendoli a spada tratta ad ogni occasione.
Per carità, non contesto il voto: contesto lo schieramento, la difesa d’ufficio, dell’indifendibile pur di giustificare la propria scelta, il non ammettere che forse forse “i buoni” non erano poi troppo diversi dai cattivi, il nascondersi dietro un comodo “sei troppo giovane cosa vuoi capirne tu”
Ecco, un po’ è vero:
a 16 anni ero più idealista, molte uscite le vedevo come un effettivo limite mio, un qualcosa che non capivo.
Ripensandovi oggi, nel futuro scaturito da quel passato, ora che di anni ne ho 26 direi che eravate voi ad essere delle grandissime teste di cazzo.
Largo all’avanguardia, pubblico di merda
Ecco io, se permettete, bullarmi degli adolescenti non lo voglio fare.
Io li farei votare.
Tanto, se votate voi(noi?)…
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