Paradise Lost - Draconian Times [Recensione]

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Attenzione: quelle che seguono sono impressioni istintive buttate giù di getto, un tipo di “recensione” non-ragionata che m’andava semplicemente di fare dopo l’ascolto di quest’album.

Tradotto: sono ancora più schifosamente soggettivo del solito!

Draconian Times

Draconian Times è un disco perfetto, un disco preciso, giusto.

E Yearn For Change è forse la quintessenza di un certo tipo di rock/metal di stampo altrettanto giustamente definito gotico, almeno secondo l’accezione del termine nel 1995 (ma mi piace pensare che anche Augustus Pugin approverebbe).

Paradiso Perduto

Vorrei precisare che non sono un cultore dei Paradise Lost:

Mi piacciono alcune loro canzoni (per dire, amo Angel Tears da parecchi anni) e qualche loro disco me lo sono goduto pure tanto…ma non è uno di quei gruppi che mi sono mai messo a “studiare”, seguire ed analizzare, non è mai partito l’amore vero e proprio insomma.

E oh, è stato un bene: perché quest’oggi ho incontrato Draconian Times, e l’ho trovato qualcosa di assolutamente meraviglioso aldilà d’ogni retorica da fan.

Spettri

Draconian Times è la colonna sonora che ho sempre desiderato per descrivere la mistica oscura degli anni ‘90:

È il naufragio della MS Estonia, è Il Corvo, è il Mondo di Tenebra della Whitewolf, è Sandman, è Dylan Dog, è i Type O Negative per le masse europee, è il favoloso videogame Apocalypse (ricordatemi che devo scriverci qualcosa), è un film di Tim Burton che incontra il doom metal, è l’anima non-morta britannica dei Metallica (sebbene di tutt’altro genere)…

È qualcosa di incredibilmente bello e oscuro, uno spettro che vent’anni fa aleggiava da queste parti, che da bimbo cercavo e tentavo inutilmente d’afferrare, attraversandolo manco fossi Casper.

Davvero.

Sentite come parte Hallowed Land, guardate quant’è meravigliosa la cover, come stanno bene le frasi campionate di Charles Manson in Forever Failure

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Diamine, è figo pure il titolo.

Chi lo dovrebbe ascoltare ?

Questa è una domanda decisamente complessa:

il disco è straordinariamente accessibile per essere l’esponente di un genere così “difficile” da digerire, quindi è una vera contraddizione di termini.

Ci sono, ovviamente, tutte le questioni “viscerali” del caso…per esempio, la voce di Nick Holmes per me qui è semplicemente perfetta, ma mi rendo conto di come non sia certo per tutti i palati.

Di sicuro, è un disco perfetto per entrare nell’atmosfera di Halloween, almeno per come la intendo io.

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