Sanremo 2015
Conduzione
Carlo Conti: 7
mi è sempre stato non dico antipatico, ma quasi ecco. Cioè, da quando fa i quiz: il suo ritorno all’essenza DJ è stimabile, ha un gran ritmo, una buona dizione e ha tirato fuori una scenografia splendida nel suo essere classica (specie dopo gli orrori del fabiofazismo). Last but not least, è il tipo naturale per presentare la carrozzonata televisiva italica per eccellenza
Rocio: SV
boh, la versione bislunga di Penelope Cruz non m’ha detto nulla
Arisa: 5
normalmente non la sopporto, ma bisogna ammettere che le sue improvvisate hanno spezzato un po’ la soporifera retorica sanremese
Emma: 6
Mah niente da dire. Mi piace il fatto che non abbia cantato quasi per niente
Cantanti
Marco Masini: 7
io ripeto sempre che la sua Scimmie era un pezzo fighissimo (e oramai di quasi due decenni fa, mamma mia…), ed è complessivamente un grande cantautore che sfortunatamente porta dietro il peccato originale di E chi se ne frega (la terribile cover di Nothing else matters dei Metallica). La sua canzone per me ha il testo più bello del festival, e mi da sempre l’idea di essere quello che ci mette più cuore
Malika Ayane: 5
osannata dalla critica radical chic, è una grandissima cantante con un timbro vocale che trovo personalmente insopportabile. Il voto tuttavia è condizionato da una canzone tristemente retorica, un patchwork del suo repertorio. Perfetta per un giornalista di mezza età
Nek: 6
per pietà, perché fa tanto nostalgia anni ‘90 e ci crede. Peccato che scopiazzi palesemente Think About The Way di Ice Mc, che oggigiorno non dice nulla ma una ventina d’anni fa era la colonna sonora di qualsiasi cosa
Alex Britti: 5
e cioè, Britti ai più suona come il tizio afono delle canzoni-filastrocca, ma nella realtà è un chitarrista bravissimo, con un tocco blues per le improvvisazioni in puro stile jimihendrixiano che levati. Ecco, peccato che la canzone sia un polpettone dove lui suoni poco o niente e canti decisamente troppo. Più sanremese, ok, ma se tu nuoti bene a stile libero non è che devi forzarti a fare la rana solo perché lo fanno tutti gli altri
Irene Grandi: 7
un po’ condizionato dal fatto che nell’adolescenza l’ho sempre trovata caruccia (la incrociai pure in treno a Roma, quando ancora c’era la lira…) e perché è grintosa e simpatica. Un pop-rock non certo indimenticabile e tutto, però molto dignitosa
Lorenzo Fragola: 5
mi dicono venga da X-Factor, e sinceramente la cosa mi ha stupito visto che da grande detrattore dei talent ho sempre riconosciuto una certa qualità vocale a chi ne esce (vedi Mengoni), Fragolino non è che sia stonato, ma è di un dimenticabile inaudito
Bianca Atzei: 3
Renga in gonnella canta Kekko dei Modà. almeno fosse venuta senza mutande direttamente.
Moreno: 1
Son già arrivati i Soliti Idioti?
Biggio e Mandelli: 0
Ah no eccoli
Gianluca Grignani: 5
Boh lui c’era, la canzone non mi pareva neanche così male, è che non la cantava.
Grazia de Michele e Mauro Coruzzi: 4
giuro che Platinette da solo/a mi sarebbe stato più simpatico, ma con sto polpettone pseudo-empatico nei suoi confronti ha scatafrangato i maroni. Il testo è una porcata costruita indicibile, scritto con in testa il giornalista di mezz’età di cui sopra, il “finto-impegnato” che quasi mi fa rivalutare Moreno. Ma quasi eh.
Nesli: 3
boh, se vuoi fare Luca Carboni un po’ di voce devi avercela eh
Annalisa: 8
lei è bellissima, ma proprio da innamorarsi. E canta pure bene, ma la canzone è un vero obbrobrio…il voto alto infatti dipende dalla favolosa cover di Ti Sento (Matia Bazar), che per quanto mi riguarda è una delle cose più belle sentite a Sanremo da dieci anni a questa parte. Peccato per Kekko
Dear Jack: 6
sufficienza che può stupire, lo so, visto che la canzone è na minchiata, suonano accordati con lo sputo eccetera eccetera. Ma sono un gruppo perfetto per le ragazzine odierne, e se visti in quest’ottica più che dignitosi (specie se si considera Moreno)
Anna Tatangelo: 4
è intonata e se non si truccasse come la sua bisnonna sarebbe pure una gran figa.Detto questo, la canzone è n’altro orrore kekkiano e lo spettro di Giggi è sempre incombente
Lara Fabian: 6
perché dai, nessuno sa chi è, pare la nonna di Celine Dion, non si capisce un cazzo di ciò che dice ma a cantare non ha cantato male
Raf: SV
perché se hai la bronchite non dovresti proprio partecipare…ma Raf è un grande, un autore decisamente sottovalutato per idee e originalità, colpevole solo del fatto di essere nato italiano. Certo, la canzone polpettosa non aiuta, però avesse seguito la linea nostalgica come Nek (magari senza copiare) per me poteva dare ancora merda a tutti.
Nina Zilli: 8
la canzone che m’è piaciuta di più, ma perché un soul-blues fatto come si deve in mezzo alla matranga melodica della concorrenza io lo accolgo con estasi. Esecuzione perfetta, pezzo classico e per nulla originale, ma bene tutto. Forse ci voleva un po’ di cattiveria in più
Il Volo
I vincitori si meritano un paragrafo a parte per un po’ di motivi.
Intanto, la critica li odia perché i critici idolatrano gli anni ‘60 della musica italiana manco avessimo lanciato Beatles e Rolling Stones, e i tre ragazzi de Il Volo sono come la rivincita silenziosa dei loro padri-nonni, i tanto odiati “matusa”
In secondo luogo, sono antipatici sbruffoncelli che sanno cantare dannatamente bene, e soprattutto corrispondono a ciò che il mondo si aspetta da noi:
Come un italiano della musica spagnola vuole sentire le nacchere, allo stesso modo un americano della musica italiana vuole il bel canto tenorile da attentato mafioso (e Grande Amore con un film di Mafia ci calzerebbe a pennello), non certo del pop/rap/rock scopiazzato da quello di casa sua cantato in una lingua estranea e buffa
A chi si lamenta, vorrei far notare che comunque parliamo di Sanremo, che per Il Volo è semplicemente il contesto naturale e giusto dove esibirsi e spadroneggiare.
Se volete ascoltare musica italiana più moderna e originale guardando Sanremo quelli fuori posto siete voi (PFM a parte)
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