Gangsta. [Recensione]
Prima cosa: ve lo volete guardare, gratis, in streaming, legalmente, sottotitolato in italiano ?
Andate a dire grazie a Yamato Animation e iscrivetevi al loro canale Tutubbo invece di stare appresso ai soliti caproni che fanno i videogameplay!
Detto ciò, proseguiamo con la mia consueta tediosità da recensore di quarta categoria:
In breve brevissimo
Nicholas Brown e Worick Arcangelo sono dei faccendieri di una città dal nomen-omen ridicolo (Ergastulum. Eh. Son giapponesi, capiteli), città che in effetti è più che altro una perfetta sintesi delle peggio periferie italiane, con tanto di baldracche in bella vista e simpatici eventi organizzati dai vari esponenti della malavita locale.
Nic è un asiatico muto dotato di katana e un discreto amabile sadismo, Worick un simpatico puttano orbo della serie “faccio cose, vedo gente”.
Tecnicismi
Lo stile di disegni, colorazione e comparto artistico generale sono di quelli che, complice l’ambientazione criminal/mafioso/suburbana, a me piacciono un sacco.
Certo, passati i primi episodi animazioni e qualità iniziano a perdere qualche colpo, e anche se parliamo di una croce che gli Anime si portano sulle spalle da sempre, il calo tecnico di Gangsta. risulta decisamente pesante anche se confrontato alla media generale.
Retaggio
Le piastrine coi “livelli di potenza”, Twilight e Hunter in senso lato soffrono forse fin troppo il semplicistico retaggio da shonen, anche se va detto che il discorso della minoranza perseguitata è trattato piuttosto bene, almeno quando inizia a divenire elemento centrale della narrazione.
L’idea di portare in scena dei protagonisti maturi e senz’altro “vecchi” per lo standard degli Anime è stata invece parecchio indovinata:
Avere a che fare con personaggi principali trentenni permette, tra le altre cose, il piacere di scoprirne il passato attraverso i vari flashback presenti in quasi tutti gli episodi, dando al contempo un taglio netto a moltissimi cliché che protagonisti anagraficamente più giovani si portano solitamente dietro.
Ritmo
Diciamocelo: non è sempre indovinato, e non alludo a penuria/sovrabbondanza di scene d’azione, ma piuttosto a tempistica nei dialoghi, del canovaccio narrativo e delle varie informazioni a proposito del mondo.
In particolare, i momenti in cui Nic e Worick non sono al centro delle vicende (l’episodio 11 è un ottimo esempio) mi sono risultati abbastanza soporiferi.
Manga
Va detto che, anche se ho visto solo il cartone, a naso è possibile che il problema di cui sopra derivi dalla resa ad episodi del fumetto, che immagino giochi sui tempi di narrazione in modo differente.
Un po’ curioso di mettere mano al manga da cui Gangsta. è tratto lo sono, lo ammetto, ma cambiare medium in corsa non mi ha mai entusiasmato, ergo preferisco attendermi la seconda serie in santa pace.
Conclusioni
Nic e Worick sono due personaggi che mi piacciono molto e l’intreccio che li coinvolge tra passato e presente è molto interessante.
Il problema è che tutto il teatro dietro loro due mi sa molto di poverata, oltre che di già visto…e intendiamoci, questo non sarebbe un dramma di per se, fosse curato in maniera più “saporita”.
Speriamo bene, il potenziale c’è e, venisse sfruttato a dovere nella seconda serie (sperando venga realizzata, anche visto il non-finale della prima) potremmo parlare di un’ottima produzione nipposa, e non è roba da poco vista l’aria che tira negli ultimi anni.
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