Birdman [Recensione]

4 minuti di lettura

Ho sentito quel qualcosa che mi facevano sentire i film di Kubrick.

E credo sia la prima volta che mi capita con un film che non è di Kubrick.

Lo so che lo stile più che altro emula Robert Altman, ma che ve devo dì.

Xab Amarcord

(saltate pure per la recensione vera e propria)

Alejandro González Iñárritu potremmo dire che lo conosco molto poco e al tempo stesso molto bene:

M’imbattei con la sua regia all’incirca 12 anni fa, quando noleggiai Amores Perros in un simil-blockbuster/locutorio argentino nel pieno dei miei quattordici anni.

Il film per la verità l’avevo già visto a sprazzi su qualche canale di DirectTv (forse TNT o AXN), quando però il mio spagnolo muoveva ancora i suoi primi passi…del resto credo che fu anche per questo motivo che decisi di buttarmi su una seconda visione più coesa: ne fui entusiasta, ed è tuttora un film che apprezzo moltissimo

Un anno più tardi, sempre in Argentina, sempre nello stesso negozio di Mar del Plata, da quindicenne di belle speranze noleggiai il sottotitolato 21 grammi, elettrizzato dal fatto che comprendesse nel cast due popò di nomi come Sean Penn e Benicio Del Toro

Ebbene, mi fece uno schifo inaudito, e fu da quel giorno che “divorziai” o per meglio dire mi disinteressai totalmente dal cinema del regista messicano.

Breve Sinopsi

Michael Keaton è fondamentalmente una versione estremizzata di se stesso: un attore, eterno reduce dal successo di un blockbuster supereroistico degli anni ‘90 che, oramai superata la soglia dei sessanta, vive uno squallido tentativo di racimolare una specie di lato artistico della sua carriera al teatro di Broadway

Da questa base, parte praticamente di tutto.

Emma Stone Edward Norton
In queste due scene è come se ci fosse una fetta del mio cuore

La redenzione del cinema nell’esecrazione degli anni ‘10

I piani sequenza, le riprese, gli zoom, ogni singola inquadratura…è ipnosi.

Nient’altro che pura meraviglia visiva.

Michael Keaton dovrebbe ricevere tutti gli Oscar di questa terra (è l’una di notte mentre scrivo, quindi non so ancora come sono andati gli Academy Awards)

Edward Norton dovrebbe uccidere Michael Keaton e conseguentemente prendersi tutti gli Oscar di questa terra

Emma Stone è una gnocchissima, cinica fringuella, una specie di disperata Taylor Momsen, e soprattutto mostra a tutti quanto sia dannatamente brava (io lo dico da un po’ e nessuno mi crede)

Zach Galifianakis, com’è recentemente accaduto con il suo collega “leone” Bradley Cooper, mi ha fatto strabuzzare gli occhi in più di una scena chiedendomi se fosse davvero lui, tanto appare così diverso

Iñarritu può andare fiero del suo nome da scatarrata di pastore sardo, perché ha semplicemente raggiunto la sua personale apoteosi, uccidendo il cinema blockbuster vigente, tagliando la gola ad un vitello grasso che immagino con il volto di Michael Bay, sacrificio ultimo al dio cinema

Emma Stone ed Edward Norton assieme, nelle loro scene sul tetto, sono qualcosa di struggente e meraviglioso, una specie di risposta ad una domanda che non avrei mai saputo formulare

Lindsay Duncan

Lindsay Duncan interpreta uno dei più grandi mali dello spettacolo letto in modo stupefacente, palesando ed esorcizzando tutto ciò che odio e detesto della critica, specialmente quello che Keaton giustamente non manca di rimarcare superbamente:

Il concetto di etichetta e paragone.

Ed è ironico che io ne parli qui, in una pseudo-recensione (è più un’ovazione, lo so), visto che nel mio piccolo talvolta anche io posseggo, mio malgrado, tratti in comune con la diabolica critica a cui la Duncan presta voce e volto

Sul Finale ci sentiamo poi

No sentite, qua nel caso ci facciamo un post a parte con spoiler scritto nel titolo grande come una casa, perché sennò non si può fare.

Conclusione

Non me ne frega niente se mi darete del fanboy, di quello che sale sul carro, segue gli echi dell’aria che tira al momento o che cazzo ne so, esattamente come non me importa niente di quando mi si da dell’eterno bastian contrario polemico e inverecondo, anche quando questo può essere vero

Birdman è un Capolavoro.

Lo so che si abusa di questo termine, ma lo è.

Vorrei strapparti gli occhi e metterli al posto dei miei. Per poter vedere questa strada con gli occhi di quando ero ragazzo

è un film che si misura con la storia esattamente come tutti i film che la storia l’hanno fatta, è il motivo per cui sembra che io mi lamenti sempre del grosso del cinema perché semplicemente questo cazzo di film è quello che STAVO ASPETTANDO DA UNA VITA INTERA, rifugiandomi nell’unico conforto rappresentato da qualche Serie Tv (Breaking Bad su tutte)

Sono enfatico oltre ogni dire, lo so, mea culpa, andrò a sentirmi un comizio di qualche politico a caso o leggere due tweet di Renzi per tornare alla realtà.

Ma la verità è questa:

Birdman è il film americano più bello del mondo moderno. E l’ha fatto un chicano.

Birdman mi ha progressivamente alleggerito di tanti pesi che mi portavo inconsapevolmente in corpo.

M’ha riportato ad un cinema puro al limite del sacrale, quello che credevo mi sembrasse tale solo perché l’avevo visto tra adolescenza ed infanzia

Birdman mi ha liberato dai miei peccati di spettatore.

Alleluia.

Commenti

Emerson Edmilson

quoto in toto. quanto c'era bisogno di un film del genere...capolavoro vero, che risalta ulteriormente per la massa di pattume che hollywood ci propina da anni, anche se questo 2015 in particolare ha avuto una bella ripresa devo dire, sono usciti un po' di titoli interessanti dopo le varie giostre nerd piene di effetti speciali

Nancy Infascelli

curiosa di vederlo!! stiamo facendo un pò il circolo del cinema di xabacadabra in sti giorni =D peccato che in italia non se lo siano filati molto da quanto sembra...forse domani con gli academy inizierà ad andare meglio al botteghino, speriamo perchè da come lo descrivi sembra davvero interessante!!!!

Chakki

Bel film; ottima la recitazione e il monologo di Keaton al bar con la critica. E' una tragedia (non greca, ma quasi...) che riesce a strapparti un sorriso, ma pur sempre di tragedia si tratta. Iñarritu, non è lo stesso senza Arriaga e si nota...tutto il resto lo fa Hollywood nel bene e nel male.

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