Sanremo 2014

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Osservazioni sparse d’attualità televisiva e politica (che in Italia sono poi la stessa cosa)

Renzi e Grillo

Non m’importa delle sviolinate de Il Fatto Quotidiano o degli ultras a 5 stelle, Grillo da Renzi non m’è piaciuto per niente. Magari strategicamente si rivelerà efficace (io ne dubitavo, però forse sono troppo ingenuo), ma di base la penso come il Senatore Campanella

Fabio Fazio

Il Sanremo di quest’anno è di una piattezza atroce, specie se confrontato con quello dell’anno scorso: gli ospiti rubano troppo tempo alle canzoni (anche più della norma), c’è da dire che però ho sentito un buon numero di brani interessanti, il problema sta proprio nel programma

Renzi

Renzi è un puzzone, e il fatto che il suo governo nascente parta sotto l’implicito segno del Biscione (con spruzzate esplicite d’alfaniani e altri DC andati a male) mi farebbe quasi ridere, non fossi italiano (ma per fortuna o purtroppo lo sono [cit])

Gialappa’s Band

Sanremo trova una sua raison d’être grazie al commento radiofonico della Gialappa’s Band e quello social dei The JackaL #NoiDireSanremo

##Venom

Noi vogliamo Sanremo!

Mi son piaciuti i pezzi di Raphael Gualazzi (viva viva il simbiote), Francesco Sarcina e (tra i pischelli) The Niro. E La canzone che Elisa (una geniaccia) ha scritto per Renga probabilmente mi piacerebbe, se la cantasse lei. (Renga torna nei Timoria! basta con questo buonismoooo)

Cat Stevens

Cat Stevens è stato fenomenale, e sotto la barba si cela l’identità segreta di Claudio Baglioni (anche se io volevo Sad Lisa)

Civati

Se Pippo Civati vuol far qualcosa di concreto a sinistra, il momento buono è questo. Certo, prenderebbe il 2.0% ad essere ottimisti, ma quello è n’altro discorso. E poi è Tom Branson di Downton Abbey. E uno Hobbit.

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