Rocky Joe - Joe del Domani
Ho recentemente letto per la prima volta la controparte fumettistica di un cartone ben noto ad almeno un paio di italiche generazioni.
Un manga classe ‘68 che possiede tutte quelle caratteristiche che tanto mi hanno affascinato nei vecchi classici prodotti d’animazione/fumettistici del sol levante:
Quella crudezza al limite del sadismo, il senso di sacrificio, rivalsa dalla povertà…e soprattutto quella sorta d’autoimposizione a non contemplare mai la resa, a combattere sempre.
Rocky Joe è l’emblema di questi valori, molto sentiti e radicati nel Giappone post-bellico, di cui ahimè sopravvivono oramai poche tracce, rimpastate assieme a prodotti più o meno plastici (ma questa è un’altra storia)
L’autore, il compianto Asao Takamori (pseudonimo di Ikki Kajiwara), non a caso fu padre anche di un certo Uomo Tigre, ambientato in un contesto sociale del tutto simile:
lo stile di Takamori era infatti non solo estremamente contemporaneo per l’epoca in cui è stato scritto, ma direttamente proiettato al futuro:
L’aggressiva irriverenza di Joe, antieroe canagliesco ed indisciplinato, pareva quasi preannunciare la straordinaria rivalsa sociale del Miracolo economico giapponese.
Al solito, il manga è invecchiato decisamente meglio della controparte animata: considerevole vantaggio di non dover sottostare ai processi d’animazione/colorazione economici di svariate decadi fa.
E poi i disegni sono della leggenda Tetsuya Chiba, uno dei più importanti pionieri dell’arte manga, possessore di un dinamismo e di un’intensità straordinari nel loro essere classici (diretti figli dell’epoca di Osamu Tezuka, per forza di cose) e che per questo penso sosterranno la prova del tempo praticamente in eterno.
Non voglio fare come tanti che se ne restano a bruciare senza fiamma di una combustione incompleta. Anche se solo per un secondo… voglio bruciare con una fiamma rossa e accecante! E poi… quello che resta è solo cenere bianchissima… nessun residuo… solo cenere bianca
Rocky Joe non è un manga qualunque.
Non è un vero e proprio spokon 1, anche se è probabilmente il genere lo ha un po’ inventato.
Rocky Joe è uno spaccato della società giapponese del periodo, con una storia carica di dramma (ma anche umorismo), nonché uno dei primi fumetti a far breccia nel mondo adulto, uscendo dai canoni infantili dove al tempo era ancora relegato (si, pure in Giappone ‘na volta era così).
Per certi versi, potremmo considerarlo uno dei primi esempi di seinen 2 nonostante le sue dinamiche viaggino sui binari su cui di li in poi avrebbero costruito tutti gli shonen 3.
La storia di Joe Yabuki è tutto questo, e pure qualcosa in più:
Un manga imperdibile per gli estimatori dei classici del fumetto nipponico, un fumetto titanico e travolgente, attuale nel suo essere storicamente connotato.
Commenti
Lollo
amore vero e puro per questo anime. Io che ho un po' di anni più di te lo tengo sempre nel cuore, forse anche perché ero davvero un bagaiotto quando lo passavano alla tele...e che dire, a leggerti noto che effettivamente un sacco di cose e riferimenti sociali non li avevo notati ma a ripensarci hai proprio ragione, molto più netti e sentiti che nell'uomo tigre imho
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