Lex Luthor - Man of Steel [Recensione]

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E se vi dicessi che il più bel fumetto di Superman ha come protagonista Lex Luthor ?

Mentirei, è un’esagerazione da recensione sensazionalistica:

più che altro, in verità il personaggio di Superman lo conosco pochissimo, non certo abbastanza per poter fare un’affermazione simile.

L’uomo d’acciaio non mi ha mai affascinato e i fumetti a lui dedicati che ho letto si contano sulle dita di una mano.

Agganciandomi a questo esempio, a partire da oggi posso dire che sull’altra mano campeggiano i cinque albi di questo Lex Luthor: Man of Steel.

Il punto di vista del cattivo

Lex Luthor: Man of Steel

Lex Luthor è certamente un gran figlio di buona donna, e in questa storia di Brian Azzarello non fa eccezione, anzi, semmai ribadisce il concetto.

Il punto è che, quando parla di Superman, Lex Luthor almeno un po’ di ragione ce l’ha.

Non è un caso che certe sue idee riescano a passare tra personaggi non certo “cattivi”, anche a dispetto dell’indubbia ambiguità (a)morale del pelatone…probabilmente anche lo stesso Superman non può che condividerne i dubbi, almeno a tratti.

Who watches the watchmen ?

Lex Luthor: Man of Steel

Dicevano Giovenale e un altro fumetto di un certo signore inglese dalla barba lunga…ed è, in breve, quello che Luthor dice a Superman.

Chi sorveglia i sorveglianti?

O meglio, il sorvegliante

Lex Luthor: Man of Steel

Nella fattispecie, un sorvegliante designato da nessuno, potenzialmente migliaia di volte più pericoloso di un uragano o di qualsiasi altra calamità naturale, ed estraneo dalle meccaniche umane.

Lex Luthor: Man of Steel

All we have is his word

Inoltre, tralasciando gli improbabili estremi tirannici (visto il memorabile altruismo dell’alter-ego di Clark Kent) il continuo intromettersi di un’entità aliena nel processo evolutivo umano, per quanto a fin di bene, non rischia forse di limitare l’evoluzione dell’umanità stessa ?

Sbagliando s’impara, quindi che accadrebbe se c’impedissero di sbagliare ?

A lungo termine, stagnazione, dipendenza subtotale dall’entità aliena (divenuta così suo malgrado dittatrice involontaria), regressione, vulnerabilità.

Il rapporto tra l’umanità e Superman è quello di un figlio totalmente dipendente dal genitore, figlio divenuto incapace di affrontare le prove del mondo senza l’aiuto del suddetto.

Guest Star from Gotham

Lex Luthor: Man of Steel

In una veste molto Violet di Tekken, un Bruce Wayne playboy, filantropo e milionario (ah no, quello era un altro) fa una comparsata abbastanza cruciale in questa miniserie (non è uno spoiler, è sulle copertine ed è stato pure in immagini promozionali a suo tempo).

Un epico scambio di vedute a cena tra il pipistrellone in borghese ed il nostro Lex, due esseri speculari quasi quanto le loro città d’appartenenza, eppure con più di qualcosa in comune

Conclusioni

Lex Luthor: Man of Steel

Poco tempo fa ho parlato del senso di delusione che mi ha lasciato addosso Death of Wolverine, recente miniserie made in Marvel, un po’ minata da una certa “frettolosità” del finale

Lex Luthor: Man of Steel

Ecco, questo Luthor è una miniserie altrettanto breve, eppure semplicemente perfetta, con una straordinaria carica di pathos e dialoghi meravigliosi, capace di mettere degnamente in mostra quello che è a tutti gli effetti uno dei personaggi più affascinanti di tutto l’universo DC.

Aldilà del fatto che Lee Bermejo è un disegnatore semplicemente troppo bravo per questo cosmo, aldilà di cosa potreste pensare di Superman in senso stretto e del suo universo (specificando che questa storia è assolutamente autoconclusiva senza riferimenti strambi in giro), penso che parliamo di una lettura consigliata ad un qualsiasi amante di fumetti, e nello specifico quasi obbligata per tutti i fan dei supereroi.

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