Capitan Harlock 3d [Recensione]
Leggendario è uno di quei tanti aggettivi andati svalutandosi nel corso degli anni, vuoi per il suo utilizzo spesso improprio, vuoi per la facilità con cui è diventato costume abusarne.
Ecco, Capitan Harlock leggendario lo è sul serio:
lo è come personaggio, lo è ancor di più come rappresentate storico dell’animazione giapponese, e non penso sia un caso se il film più costoso mai prodotto dalla celeberrima Toei Animation sia dedicato a lui
Viene da chiedersi, a questo punto: riuscirà codesto film ad essere parimenti leggendario ?
La risposta è…
JAPAN!
No.
Il film è bello eh, io personalmente l’ho apprezzato anche aldilà del fattore fanboystico che Harlock non manca di risvegliare in me…ma ho subito avuto la consapevolezza che fosse un film per pochi palati.
Capitan Harlock 3d è infatti un lungometraggio, o meglio, un lungo OAV stracolmo di giapponesità classica:
Il sacrifico, la guerra, l’apparente (ma manco tanto) futilità dell’essere umano, il concetto universale di vita.
Insomma, le fondamenta che caratterizzavano buona parte dell’animazione “seinen” del sol levante negli anni ‘70-‘80 unite ad una presenza scenica di tutto rispetto (roba che i Tetsuya Nomura di questo mondo devono essere usciti dal cinema con gli occhi a cuore anche solo per quella).
Nonostante questo però, si avverte anche da subito che sceneggiatura e regia non sono “autentiche” figlie dello stile che vanno celebrando, ma piuttosto un’imitazione celebrativa in salsa moderna…
…che scritta così a leggersi suona davvero male, lo so, ma all’atto pratico risulta invece un’avvincente ed ottima fonte d’intrattenimento.
Ke-mo-sah-bee, Fratello sbagliato
La storia, come preventivato, nulla ha a che vedere con quella della serie animata classica.
Ambientazione e contesto sono infatti creati ex novo appositamente per il lungometraggio, ma la cosa non deve scandalizzare, in quanto lo stesso Leiji Matsumoto (il papà di Harlock) ha sempre amato il concetto di archetipo:
Il fulcro delle sue storie sono sempre stati i personaggi, mentre il palcoscenico (l’ambientazione, la storia) tutto in funzione di quest’ultimi e del messaggio che vogliono trasmettere (da cui l’esistenza di tanti Harlock diversi)
Non a caso l’universo di Matsumoto è la quintessenza della cosiddetta space-opera, molto lontana da stili e metodi della fantascienza classica (puristi miei, siete avvisati)
Tirando le somme di materiaiscura
Yattaran è meraviglioso (anche se non gioca coi suoi modellini), Harlock è l’indiscutibile fierissimo antieroe che ci si aspettava, Mime è sempre bellissima e la figona bionda (Yuki) fa del fanservice d’ottima qualità.
Tutto il resto è una bella storia fantasy di stampo giapponese (ne più ne meno), con un sacco di forzature narrative (dark matter come se piovesse, ologrammi, bombe da orbi) giustificabili se non altro dall’impossibilità di creare un intreccio troppo elaborato per via degli obblighi determinati dalla durata media di un film.
In definitiva parliamo di un ottimo (con)tributo alla leggenda, un esperimento celebrativo riuscito molto bene che concretamente nulla aggiunge all’opera di Matsumoto sensei, ma che se non altro evita di sputtanarla (e di sti tempi non è poco).
Dulcis in fundo, faccio sentitissimi complimenti alla Lucky Red e al lavoro di adattamento/doppiaggio italiano, che è eccellente.
PS: il 3D non serve a una ceppa!
Commenti
KASSIM
complimenti, davvero ben scritto... finalmente qualcuno che scrive qualcosa di sensato e divertente.
Xab
ti ringrazio! :D
Nancy Infascelli
bello, mi è molto piaciuto, sono d'accordo con la tua recensione ;-)
Luciano Bonvini
Mi hai letto nel pensiero Xab.... ottima recensione , descrivi perfettamente il senso del film.
Xab
grazie mille, il commento più gradito di tutti è sempre il tuo Sommo :D
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