La Web Ossessione per la Privacy
Nel fantastico mondo di Internet il diritto alla Privacy ha assunto un peso ed un’importanza che hanno del surreale:
Diciamocelo, è diventata proprio un’ossessione cagacazzo, giusto per usare un francesismo.
Ora: esistono un sacco di casi in cui preservare il proprio anonimato proteggendo i propri dati sensibili (primi fra tutti quelli economici)è fondamentale, siamo d’accordo, ma come avrete intuito non è certo li, nell’ovvio, che voglio andare a parare: tenetevi pronti perché arriva il solito pistolotto sui….
SOCIAL NETWORK!!
fulmini e saette YAHAHAHAHAH
Ok, prima di tutto lasciate che vi dica che ci sono cascato anche io. E più di una volta.
Questo perché, come molti
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Venivo bombardato da richieste d’amicizia strane
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I media non facevano che propinare di continuo titoli come “Facebook viola la privacy dei propri utenti” “Google spia e monitora il comportamento dei navigatori” e compagnia cantante
Poi però ho fatto un ragionamento semplicissimo, elementare:
considerando che non condividevo numeri di carte di credito o altri dati economicamente compromettenti, che me ne sarebbe dovuto fregare di chi si faceva i cazzi miei ?
E poi, diciamocelo, a chi frega qualcosa dei cazzi miei ?
Ecco appunto:
Se Google o Facebook mi controllano fondamentalmente è perché vogliono piazzarmi delle pubblicità in linea con i miei interessi…
peccato poi che su di me la pubblicità non abbia mai avuto sto grande effetto (se non nel senso opposto quando un prodotto viene troppo reclamizzato in modo invasivo) ma non divaghiamo
Leet the SPAM shine, leeeet the SPAM shine!
Stavamo dicendo: a chi gliene dovrebbe fregare dei cazzi miei ?
Io direi a nessuno, ma visto che esiste gente che fa pettegolezzi anche sui caloriferi, devo mettere in conto che qualcuno potrebbe reperire informazioni su di me e utilizzarle per sparlare del sottoscritto.
Tralasciando il fatto che come dicevo sopra a me frega poco di quel che si racconta alle mie spalle, ho molto banalmente concluso che questo tipo d’atteggiamento era presente già ben prima della venuta dei Social Network , ed oggi come allora era alimentato dal mero passaparola.
Da cui, un’altra considerazione:
Se esiste qualcuno messo tanto male dal ritenere le nostre esternazioni facebookiane più bieche un valido argomento di conversazione… in un modo o nell’altro sto tizio ci deve conoscere, ergo 10 a 1 è tra gli amici di facebook (o al limite amico di amici), quindi che cacchio la tengo a fare la bacheca privata dagli sconosciuti quando le scimmie curiose sono già nel mio club ?
E poi, ancora, se io pubblico qualcosa… lo dice la parola stessa: PUBBLICO!
Dovrei avere anche il carattere per prendermi la responsabilità di quello che ho appena pubblicato.
Altrimenti me lo tenevo per me, tuttalpiù parlandone a pochi intimi/diretti interessati (che con ogni probabilità saranno poi quelli che spettegoleranno), magari su un SOCIAL network manco m’iscrivevo.
Spot
Riguardo la pubblicità, per ultimo, io la odio e come dicevo su di me non ha mai funzionato se non accompagnata da un prodotto utile e dal prezzo adeguato alla sua utilità (che quindi avrei comprato a priori senza spot particolarmente astrusi), ma la odio soprattutto per il suo essere superflua, stupida e lontana da me
Se qualcuno deve proprio rompermi l’anima per tentare di smerciarmi qualcosa (e mi rendo conto che l’economia moderna dipende anche da questo) preferisco che perlomeno quel qualcosa sia prossimo ai miei gusti, ergo ben vengano “indagini” sul mio conto!
C’è un clima Orwelliano, siamo d’accordo, ma fintanto che potremo decidere NOI ciò che condividiamo nella misura che più ci piace io sono tranquillo, e penso che tutte queste ansie andrebbero ridimensionate e/o dirottate in ben altre direzioni
Per questi motivi tutti i miei profili sociali sono rigorosamente pubblici per chiunque.
Probabilmente il mio è un ragionamento che suona eccessivamente pragmatico e lo riconosco, ma viviamo in un’era in cui le priorità sono quasi sempre futilità così come le conseguenti paranoie, quindi abbiate pazienza ma secondo me un po’ di pragmatismo ci vuole
Commenti
Ilaria
Secondo me è giusto il tuo discorso, per fini commerciali ecc.. non me ne importerebbe niente nemmeno a me, il problema magari sorge per esempio nei casi di stalking o quando spuntano simpatici pedofili
e comunque, sempre secondo la mia opinione, se vogliono fare delle ricerche o che devono scriverlo in modo chiaro
è un po' come quando i bambini alle elementari prendono le cose degli altri senza chidere
Xab
Il punto è che nei regolamenti di solito c'è tutto (tipo il divieto all'iscrizione per i minori di 13 anni, o l'invio di segnalazioni in caso di disturbatori) e indirizzo, numero di telefono e cose simili possono anche essere omessi: lo stalker solitamente agisce per vie trasversali perchè solitamente conosce la vittima (magari in modo indiretto) per cui vale sempre lo stesso discorso: social o non social, non cambia granché, conta poco più di un elenco telefonico
generalmente infatti nei famosi "Termini d'Utilizzo" c'è scritto ogni cosa (ovviamente non a caratteri cubitali, ma c'è scritto tutto, anche perché altrimenti sarebbero già partite le vie legali), solo che nessuno si prende mai la briga di leggerli, perché l'utente tendenzialmente si crede tutelato "a priori"
Non è così, ed è giusto che così non sia: nel web, come in ogni altro campo, occorre SEMPRE consapevolezza di quello che si sta facendo e di cosa si sta usufruendo
Ilaria
1. Vale anche per i casi di non-pedofilia, in ogni caso sotto i 14 è stupro
2. Secondo me è la cosa peggiore avere uno stalker su fb, controlla ogni cosa che fai
3. Per i termini d'utilizzo son d'accordo, ma non sempre è scritto e mi rifierivo a quei casi in particolare
Xab
uno controlla ogni cosa che fai solo se tu comunichi e diffondi ogni cosa che fai su facebook, dipende da te, come tutto
E lo stalker a livello di calcolo delle probabilità di solito è un "amico", non qualcuno al di fuori (quindi almenoché uno decida di nascondere i contenuti anche agli amici - e quindi a tutti - non è mai del tutto "al sicuro")
Più semplicemente occorre un senso della misura, un pensare prima di scrivere e alle conseguenze di quello che si sta scrivendo, prenderlo meno alla leggera (che ne so, io per dire lascio sul profilo pubblico il mio numero di cellulare senza problemi, ma fossi una ragazza con ogni probabilità non lo condividerei affatto in un social network - che si parli di "amici" o meno - )
Non sto dicendo che i facebook e google del caso siano perfetti eh, dico solo che con una maggior responsabilizzazione dell'utenza i "pericoli" della privacy sono virtualmente assenti, ma sta tutto nella volontà dell'individuo di tutelarsi e smettere di lasciare decidere altri (siano essi automatizzati o umani) al posto suo: è un concetto etico che andrebbe applicato in questo e tanti altri discorsi
Marco Bortone
I social media sono un modo per proiettare noi stessi all'interno di un microcosmo sociale - l'utente condivide quello che preferisce di se stesso e la sua intenzione è esclusivamente promuovere se stesso, i suoi pensieri, le sue idee (o almeno quella parte di se che vuole MOSTRARE all'esterno).
In quest'ottica possiamo tranquillamente asserire che all'utente medio del web e dei social media non gliene frega una mazza di proteggere i suoi dati... l'utente immette volutamente quei dati! Similmente accade nella vita "sociale" di ogni giorno: mostriamo di noi quello che vogliamo che la gente sappia e veda.
Fattostà, che nella società "reale", per quanto ci siano cose che di noi non vogliamo far sapere, esse finiranno sempre per trapelare dalle nostre azioni e TRANQUILLI, ci sarà sempre qualcuno che lo racconterà ad altri e finirà con il parlarne alle nostre spalle (cosa che avviene similmente anche nei social media).
E' in questo ambito che viene tanto decantata la Privacy nella rete. Viene chiamata in difesa di tutte quelle cose che non vogliamo far sapere di noi. Ma fintanto che non si viòli nessuna legge la privacy nella vita del web si comporta allo stesso modo di quella nel mondo in carne ed ossa.
Possiamo dedurre quindi che la nostra vita in rete sia solo una proiezione di quella reale, guidata dalla volontà delle persone di far veicolare informazioni della propria vita all'interno di questo mezzo.
Quello che non viene condiviso, non esiste, nel web. La privacy è la libertà di essere qualcun'altro, sulla rete.
PERIOD.
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