Come Spike Lee rovinò NBA 2k16

3 minuti di lettura

La modalità “My Career” concepita dai 2k per me è sempre stata uno di quei sogni che diventano realtà:

La dimostrazione di come certe prerogative, nel settore fin troppo spesso stupidamente considerate esclusive degli RPG, possano essere potenzialmente applicate a qualsiasi tipo di gioco, pure ai simulatori sportivi. (In effetti, ho già accennato qualcosa a riguardo.)

Peccato che Spike Lee abbia buttato tutto nel cesso.

Freq Career

Quando nelle recensioni, nelle pubblicità e nei video trailer vi dicono “Tu sarai la star” vi stanno raccontando un sacco di balle.

Al titolo Living ‘da dream manca un pezzo:

Living ‘da SPIKE LEE dream, mica nel vostro.

Personalizzazioni

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Certo, sulla carta, grazie al potente editor di gioco potete creare il personaggio che volete: nero, bianco, asiatico, ispanico, con il nome che più vi piace. In teoria.

In pratica, non avete altra scelta se non quella di essere il classico nero uscito dal ghetto, con tanto di famigliola, insopportabile sorella gemella, odioso amico d’infanzia (aridatece Ryder di GTA San Andreas), Harlem come provenienza fissa ed il nomignolo più cretino del mondo:

Frequency Vibration “Freq” for short.

In buona sostanza, il nome di un vibratore.

Insomma, i peggio cliché di un regista a suo tempo geniale, ma oggigiorno piuttosto spento rispetto ad una ventina d’anni fa.

Di Razzismi

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Chiariamoci: che noi altri Europei, ma anche Africani, Asiatici, Oceanici e Sud Americani non venissimo minimamente considerati lo posso pure comprendere.

L’NBA è al 90% storia americana, certo non più come una volta, chiaro, ma tra High School, College e quant’altro si capisce come resti per massima parte un prodotto squisitamente locale.

Sigh, sob, ma ok. Va bene così.

Volendo forzarla un pochetto, essendo l’NBA altresì uno sport spiccatamente afroamericano, ci può anche stare che il personaggio base sia nero.

Limitante, un po’ chiuso, ok, ma anche qui posso capire (anche se non condivido granché).

Ciò che mi fa particolarmente incazzare è che tale personaggio (e comprimari) debba essere niente più che il classico stereotipo spikeleeiano, senza possibilità di scegliere i propri destini, oltre che la propria provenienza.

Una generalizzazione stupida, e abbastanza ingiusta anzitutto nei confronti della comunità afroamericana:

Karl Malone non è quel che si dice bianco, ma non parla certo con l’accento gangsta dei sobborghi newyorkesi, tanto per fare un esempio, e non sono affatto sicuro che ad un ragazzino di Los Angeles piaccia molto l’idea di creare un personaggio forzatamente di New York.

Dulcis in fundo, uno come Wilt Chamberlain di tutto il teatrino vittimistico di Lee si sarebbe letteralmente sciacquato le balle con un ghigno soddisfatto stampato in faccia, mandando a quel paese tutti i personaggi che il regista ci rifila obbligatoriamente (perché li vuole lui, mica noi).

I bianchi sono stronzi. Sopratutto se sono pure italiani.

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Fa ridere notare la solita figura del manager italoamericano “modello Joe Pesci”, ovvero avido stronzo e coatto (quest’ultima per creare un distinguo, perché altrimenti sarebbe potuto benissimo essere un ebreo, chiaramente), o il GM della tua squadra (pure lui bianco e stronzo, ma non coatto) che ti minaccia dicendo “Se non tieni a bada quel coglione dell’amico tuo ti faccio fare la fine di un mio giocatore che ora fa il sesto uomo a Venezia. Si, Venezia, con le gondole e blabla”

(per carità, questa “minaccia” in effetti ha pure un suo senso eh, però mi pare l’ennesima conferma che Spike Lee con gli italiani continua ad avercela a morte)

Sostanza

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Lasciando per un attimo perdere tutti questi discorsi al limite dell’etico, vorrei sottolineare più che altro l’aspetto pragmatico della faccenda:

Spike Lee è un grande regista (o almeno, a suo tempo lo è stato) ma un pessimo game designer.

Ovvio, lui di base manco c’ha pensato al gioco, ha fatto il solito lineare lavoro cinematografico che evidentemente ci si aspettava da lui…

Ecco, carissimi: un videogioco NON è un film.

Sopratutto quando dovrebbe garantire la diretta interazione del giocatore, tutto un aspetto decisionale che Spike Lee non credo possa minimamente concepire, perché, semplicemente, totalmente estraneo a questo tipo d’ambiente.

La cosa mi fa abbastanza incazzare, perché è frutto della vecchia mentalità che vede i videogiochi come un qualcosa di serie b, ben lontani dalle “cose serie” come il cinema.

Bene, sai che c’è Hollywood ?

Non siamo più nel 2002, questo tipo di spocchia non ve la potete più permettere, e il fatto che Take Two Interactive abbia evidentemente dato carta bianca al vecchio Spike è stato un grosso errore, che sono abbastanza sicuro non si ripeterà nel lungo periodo.

Perché nonnini belli, ecco una notizia:

il videogame è il medium del futuro già da un pezzo, ed è l’industria che tiene sempre più strettamente per le palle il mercato dell’intrattenimento.

Pensateci bene, la prossima volta.

Do the Right Thing.

PS: E i Knicks fanno immensamente cagare, tiè!

Commenti

Mr.Atlanta

un appunto: Spike Lee ce l'ha tanto con gli italoamericani perché effettivamente gli italoamericani gli hanno reso la vita impossibile, durante l'infanzia, e si sono dimostrati da sempre una delle comunità più razziste dell'area newyorkese, se non la più razzista.

Xab

Siamo d'accordo, non sono sicuro del fatto che i nostri parenti d'oltreoceano fossero effettivamente i primi, ma credo anche io che ci troviamo tra le prime posizioni in questo senso.

Sta bene: ma per quanto quella di Spike Lee sia giustificabile, secondo me resta una mezza-ossessione.

Siamo nel 2015, non nel 1993, è un altro mondo dove il razzismo non è certo sconfitto ma non funziona più certamente con gli stessi criteri e bersagli di prima:

Senza scomodare Bill de Blasio o Barack Obama è evidente che oggigiorno i problemi sono legati più che altro al confine messicano e le minoranze musulmane (per ovvi motivi), non dico che in altri contesti ci sia un'integrazione completa e sana al 100% ma che per altre minoranze (italiani, neri, ebrei, gay, donne e chi più ne ha più ne metta) le cose siano cambiate in POSITIVO secondo me è un dato oggettivo.

La visione di Spike Lee, invece, a me pare sempre la stessa. Questo comunque è il mio parere sul suo "film", che complessivamente è diretto e interpretato benissimo poi eh, intendiamoci, solo risulta semplicemente pessimo nell'ottica del videogioco, che dovrebbe idealmente calarti nei panni di un giocatore di basket professionista, non farti giocare a GTA San Andreas

Mr.Atlanta

bene, ma questo cambiamento positivo per gli afroamericani io mica lo vedo, considerando quanti ne continuano ad ammazzare senza tante cerimonie.

Xab

strumentalmente o meno, hanno comunque un presidente nero. Dimmi te se negli anni '90 una cosa così sarebbe stata anche solo immaginabile.

Poi l'andamento e l'applicazione della giustizia americana è MOLTO discutibile, anche aldilà dei casi di cronaca a cui fai riferimento. E certo: c'è razzismo, sopratutto a seconda del singolo stato di cui stiamo parlando (l'Alabama da quel che sento dire non è troppo diversa da quella che era negli anni '60 per esempio, ma non penso che valga lo stesso discorso per New York e California) ma appunto, quel che dico è che siamo e stiamo migliorando.

Ci vuole tempo. Pregiudizi secolari non si cancellano di punto in bianco, e moltissime generazioni ancora in vita sono cresciute in un periodo in cui la segregazione razziale era la norma negli USA, sfortunatamente nel breve periodo c'è ben poco che si possa fare a riguardo

Dago

tranquillo alla fine come modalità dura molto poco (dalla season 2 diventa praticamente uguale a 2k15), in realtà tutto giusto quando parli di personalizzazioni etc. ma devi considerare che è giusto una cosa in più, cioè è una feature che è stata sfruttata molto per motivi pubblicitari e anche un ottimo film se la si vuole vedere come tale, poi cioè, è impressionante vedere qualcosa di simile in un vg sportivo

Xab

vero tutto, e come dicevo vedere qualcosa di simile in un gioco del genere è qualcosa di fantastico.

Il punto è che, con quello stesso budget, magari con qualche "poetica" in meno, si potevano creare più background possibili, anche se meno dettagliati

IsaiahThomas

io direi che è ben più grave quello schifo di porting che hanno fatto nella versione pc-steam del gioco, di quello sì che c'è da lamentarsi.

Xab

Una cosa non esclude l'altra: non ho mica recensito il gioco, pensavo fosse ovvio, il post è dedicato esclusivamente alla modalità diretta da Spike Lee.

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